MILANO (ADVISE ONLY) –
Negli ultimi 15 anni i Paesi Emergenti hanno collezionato una serie di successi sia in termini economici che politici che gli hanno permesso di riconquistare la fiducia degli investitori.
Tra il 1998 ed il 2012 il mercato obbligazionario è letteralmente esploso passando da 1,000$Mld a 9,800$Mld. Allo stesso modo la valorizzazione di mercato dell’universo investibile che è cresciuto per più di 5 volte raggiungendo i 2,500$Mld a fine 2012.
Sono tre i fattori che hanno giocato un ruolo fondamentale in questo processo di apertura ai mercati finanziari: un maggiore controllo della volatilitĂ del cambio, una migliore posizione fiscale ed il miglioramento sensibile della qualitĂ del credito.
La crisi della zona euro ha indebolito la posizione fiscale della maggior parte dei Paesi sviluppati al contrario dei Paesi Emergenti che invece hanno continuato a migliorare i loro rating sovrani (a fine 2012 circa il 60% dell’indice JP Morgan EM Bond Index è composto da rating Investment Grade contro il 30% del 2002). Le politiche monetarie espansive e la ricerca di rendimenti hanno spinto ulteriormente in giù i rendimenti delle obbligazioni governative dei Paesi Emergenti portandoli al livello di quelli della periferia della zona euro.
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Il recente storno del mercato obbligazionario potrebbe aver fornito un buon punto di entrata (in maniera selettiva) sull’asset class, dal momento che i Paesi Emergenti continuano a godere di una migliore prospettiva creditizia e che i rendimenti si trovano ancora ben al di sopra dei Paesi sviluppati che non godono delle stesse prospettive di crescita.