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ANDROID, IL CELLULARE LOW-COST SECONDO GOOGLE

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Sta arrivando il telefono virtuale di Google. Android, questo il nome della iniziativa del motore di ricerca californiano, non sarà però un vero e proprio apparecchio telefonico. Il progetto di Google infatti è molto più ambizioso: l’azienda ha presentato alla stampa Usa una piattaforma software chiamata “Android” che, nelle intenzioni di Google, dovrebbe diventare il sistema operativo di riferimento dei telefoni cellulari intelligenti del futuro. Dominando come fa Windows di Microsoft nel settore dei personal computer un mercato che secondo le stime di Idc nel 2011 varrà 312 milioni di apparecchi venduti su un complessivo di 1,4 miliardi di pezzi.

Google però non vuole fare tutto da sola: insieme all’azienda californiana ci sono anche più di trenta partner che rendono l’operazione, chiamata Open Handset Alliance, un vero e proprio terremoto per Microsoft, Research in Motion (la canadese che realizza i BlackBerry) e soprattutto Symbian, il consorzio del quale ha la maggioranza la finlandese Nokia e che a tutt’oggi ha la fetta maggiore di mercato con 74 milioni di smartphone venduti su 114 milioni in totale.

La nuova piattaforma Android, che vedrà la luce nella seconda metà del 2008 con i primi prodotti per il mercato, unisce fornitori di componenti high-tech, produttori di telefoni cellulari e compagnie telefoniche nello sforzo comune di creare uno standard condiviso che possa imporsi sul mercato. Naturalmente basato su una versione “mobile” dei servizi di rete di Google: dal motore di ricerca alla posta Gmail sino al sistema di mappe Google maps.

A fare da partner a Google ci sono Qualcomm, uno dei principali produttori di chip per la telefonia mobile, e la coreana Htc o l’americana Motorola. Su versante dei fornitori di servizio, insieme alla tedesca T-Mobile, alla spagnola Telefonica e alla giapponese Ntt DoCoMo, c’è anche Telecom Italia tramite Tim, a partire dallo scorso febbraio. A dare man forte al tentativo di Google di creare uno standard che sia anche condiviso dalla maggior parte dei soggetti presenti nel mercato convergente della telefonia mobile, che può farsi forte di quasi tre miliardi di utilizzatori nel mondo, ci sono anche aziende che appartengono a settori emergenti dei servizi dedicati agli apparecchi telefonici. Ad esempio, l’indiana SiRF Technology, che si occupa di sistemi Gps per la navigazione e la localizzazione satellitare. Proprio quello della “geolocalizzazione” è il servizio più interessante, dato che consente di integrare le informazioni reperibili ad esempio attraverso un motore di ricerca come Google con la posizione nel territorio del l’utente.

Il modello di business scelto da Google per realizzare la piattaforma Android, che sarà aperta allo sviluppo di applicazioni di terze parti, è basato su un mix tra le tariffe dei fornitori di accesso alla rete telefonica e la distribuzione di pubblicità mirate sui telefonini.

Il punto di forza dell’alleanza e soprattutto di Android sarà, secondo il Ceo di Google Erich Schmidt, «la nostra idea che questa piattaforma sarà disponibile per migliaia di differenti modelli di telefono cellulare, non uno solo, e sarà molto semplice da usare». Dopo che la californiana Apple ha lanciato sul mercato statunitense con l’operatore At&T il suo iPhone lo scorso luglio (venerdì prossimo verrà presentato sul mercato britannico dall’operatore O2), l’innovazione nel settore della telefonia mobile ha subito una scossa dalle fondamenta.


A differenza della maggior parte dei telefoni cellulari “intelligenti” normalmente presentati dalle case produttrici, e basati sui sistemi operativi di Microsoft, Rim e Symbian, quello di Apple è un telefono che mette al centro la semplicità d’uso da parte degli utenti con una innovativa interfaccia “touch”. La scommessa di Google è quella di replicare in grande il successo di Apple, polverizzando nel 2008 il record di due milioni di apparecchi venduti in tre mesi da Apple. La presenza di partner inconsueti nell’alleanza, come la prima casa d’aste online eBay, la cinese China Mobile e il produttore californiano di microprocessori Intel, lasciano immaginare che lo sforzo di Google per dominare l’inedito mercato dei sistemi operativi di telefonia mobile sarà in grande stile.