Economia

L’Antitrust apre una procedura contro Ryanair. Il Governo depotenzia il decreto contro il caro voli

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Ryanair finisce nel mirino dell’Antitrust. L’autorità ritiene che il vettore irlandese starebbe danneggiando le agenzie di viaggio ed i consumatori abusando della propria posizione dominante. La compagnia aerea, infatti, starebbe tentando di allargare il proprio potere anche nei servizi turistici.

In questo momento Ryanair è il primo operatore nel trasporto aereo per in voli verso il nostro paese, ma anche dall’Italia per andare all’estero. Nel frattempo il Governo modifica il decreto dello scorso agosto sul caro voli, arrendendosi alle richieste delle compagnie aeree e alle osservazioni effettuate dall’Europa.

Ryanair, aperta procedura per abuso di posizione dominante

Il procedimento è stato aperto nei confronti di Ryanair DAC da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. L’ipotesi al vaglio è quella di un possibile abuso di posizione dominante di natura escludente.

A seguito di una serie di segnalazioni ricevute nel corso del mese di maggio 2023, l’authority ha ipotizzato che Ryanair stia facendo leva sulla propria posizione dominante nei mercati nei quali opera. L’intenzione sarebbe quella di andare ad estendere la propria offerta in altri servizi turistici, come ad esempio hotel e noleggio auto. A rimetterci sarebbero le agenzie di viaggio e i clienti che si appoggiano su queste per acquistare i loro servizi.

In quale modo Ryanair starebbe ostacolando la concorrenza delle agenzie di viaggio? Da un lato l’operatore ha inserito una serie di paletti che rendono più difficile l’acquisto dei biglietti aerei da parte delle agenzie sul proprio sito internet. Ma non solo: permetterebbe l’acquisto alle agenzie tradizionali attraverso la piattaforma GDS con delle condizioni che sono peggiorative in termini di prezzo. Mettendo, inoltre, a disposizione un’offerta limitata e una gestione del post vendita del biglietto ridotta al lumicino.

Ryanair, in altre parole, avrebbe adottato una condotta attraverso la quale limitare l’operatività delle agenzie di viaggio. Il biglietto aereo costituisce il primo acquisto che i consumatori effettuano nel momento in cui organizzano una vacanza e rappresenta il punto di partenza per poter vendere altri servizi turistici. Un comportamento che avrebbe delle conseguenze dirette non solo nei confronti delle agenzie di viaggio, ma anche dei consumatori finali, che hanno a disposizione delle condizioni peggiorative dal punto di vista qualitativo e quantitativo.

L’intervento delle associazioni dei consumatori

A muoversi immediatamente a tutela dei consumatori è il Codacons, che ha intenzione di farsi immediatamente parte attiva.

Qualsiasi limitazione della concorrenza, di altri operatori o del mercato si traduce in un danno diretto per i consumatori, attraverso una minore scelta e tariffe più elevate – spiega il Codacons -. Per tale motivo e a tutela degli utenti del trasporto aereo abbiamo deciso di intervenire nel procedimento avviato dall’Antitrust in rappresentanza dei consumatori italiani. Riteniamo però che l’Autorità debba accelerare sull’indagine aperta lo scorso dicembre a seguito di esposto Codacons, istruttoria che vede coinvolte tra le varie compagnie la stessa Ryanair e finalizzata ad accertare possibili distorsioni della concorrenza derivanti dall’aumento dei prezzi dei biglietti aerei sulle tratte di collegamento tra le principali città italiane in corrispondenza delle ultime festività natalizie.

Il caro voli, cambio di rotta

Un deciso cambio di rotta, nel frattempo è arrivata sull’annosa questione del caro voli. Il Governo ha, infatti, deciso di togliere il tetto alle tariffe relative ai voli nazionali per la Sicilia e la Sardegna. In altre parole è stato depotenziato il decreto di inizio giugno.

La decisione è stata presa dopo che, nel corso di queste settimane, le compagnie aeree avevano fatto pressione perché si agisse in questo senso. Determinante, comunque, è stato anche il confronto informale con la Commissione europea. Secondo alcune fonti citate dal Corriere della Sera, Bruxelles ha fatto capire chiaramente a Roma che il decreto, così come era stato scritto, violava le normative europee. L’Italia avrebbe rischiato una procedura di infrazione.

Ricordiamo che il decreto vietava la fissazione dinamica delle tariffe da parte delle compagnie aeree, nel caso in cui ci fossero le seguenti condizioni:

  • la fissazione coinvolge rotte nazionali di collegamento con le isole durante un periodo di picco;
  • fa aumentare il prezzo di vendita del biglietto del 200%.

Le nuove disposizioni danno più potere all’Antitrust, che avrà il compito di effettuare delle indagini conoscitive per appurare se sussistano dei fattori distorsivi del mercato dei biglietti aerei.