L’Antitrust ha provveduto a comminare una sanzione pari a 760.000 euro a Tim e una di oltre 7 milioni di euro a Dazn per l’intesa che è stata raggiunta dalle due società in relazione ai diritti tv del campionato di calcio di Seria A, per periodo compreso tra il 2021 ed il 2024.
A finire sotto la lente d’ingrandimento dell’autorità era una particolare clausola prevista dall’accordo tra Dazn e Tim, che prevedeva un’esclusiva a favore di quest’ultima e il divieto di sottoscrivere delle partnership con gli altri operatori presenti nel settore delle telecomunicazioni. A seguito di un sub-procedimento cautelare avviato dall’Agcom, che è stato avviato lo scorso 6 luglio 2021, l’infrazione è durata poco più di un mese. Nel corso del mese di agosto 2021 le due società, infatti, hanno provveduto ad interrompere l’applicazione di questa particolare clausola e hanno provveduto a stipulare, con data 4 agosto 2022, un nuovo contratto.
Tim e Dazn sanzionate dall’Antitrust
Tim e Dazn sono finite nel mirino dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che, proprio in questi giorni, ha definitivamente chiuso l’istruttoria, al cui centro c’erano anche clausole che coinvolgevano i diritti sulla trasmissione delle partite del campionato di calcio di Serie A relative al triennio 2021-2024.
Le sanzioni comminate dall’Antitrust sono commisurate direttamente ai ricavi che sono derivati direttamente dalla commercializzazione dei diritti televisivi per la stazione 2021.2022. Per quanto riguarda Tim, la sanzione è stata pari a 760.776,82 euro, mentre Dazn dovrà versare 7.240.250,84 euro. È bene ricordare che, almeno per il triennio 2021-2024, Dazn risulta essere titolare dei diritti Tv, a seguito della gara che è stata indetta direttamente dalla Lega Calcio.
L’Autorità ha ritenuto che l’accordo sottoscritto tra Dazn e Tim, che prevedeva l’esclusiva a favore dell’operatore telefonico e il divieto di altre partnership con eventuali concorrenti nello stesso settore, avrebbe potuto determinare dei veri e propri effetti dannosi per le dinamiche competitive in atto nel settore delle TLC, quando venivano offerti dei servizi di connettività o di vendita al dettaglio dei servizi televisivi a pagamento.
Grazie a questo accordo, Tim è riuscita a commercializzare un’offerta in bundle che non poteva essere replicata dai contenuti, al cui interno vi erano i contenuti di TimVision e di Dazn, oltre che del semplice servizio di connettività. L’offerta portava a sottrarre ai concorrenti di Tim – che sono attivi direttamente nel mercato delle comunicazioni elettroniche – la possibilità di associare ai propri servizi di connettività dei servizi di pregio, come ad esempio quelli strettamente legati alle partite di calcio. i concorrenti, in questo modo, si vedevano limitata la capacità di esercitare la pressione concorrenziale nei confronti dell’ex monopolista.
Gli effetti dell’accordo
Sostanzialmente gli effetti di questo accordo – almeno quelli che sono derivati dall’esclusiva – sono durati un mese. L’Autorità, infatti, ha provveduto a sterilizzarli avviando immediatamente un procedimento istruttorio, che è arrivato a ridosso della prima stagione calcistica e che era datato 6 luglio 2021. Grazie a questo tempestivo intervento si è data la possibilità a tutti gli operatori interessati – tra i quali rientrava anche Sky – di concludere delle partnership con Dazn e, quindi, di offrire in combinazione servizi di connettività e contenuti audiovisivi relativi al campionato di calcio di Serie A.
Bene, ottima notizia. Una vittoria per i consumatori – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori -. L’esclusiva, infatti, impedendo la concorrenza aveva costretto i tifosi a mangiare la minestra o a saltare la finestra. Purtroppo in questi ultimi anni gli appassionati di calcio hanno subito rincari, peggioramenti del servizio, disservizi, continue modifiche delle offerte.