TORINO (WSI) – Appena eletta, la neo sindaca di Torino la grillina Chiara Appendino va subito all’attacco e chiede a gran voce le dimissioni di Francesco Profumo, presidente della Compagnia di SanPaolo, la fondazione bancaria cittadina primo azionista di Intesa Sanpaolo. A eleggere presidente della Compagnia di SanPaolo era stato l’ex sindaco della città della Mole, Piero Fassino nelle ultime settimane del suo mandato. Una nomina non condivisa dal neo sindaco pentastellato che ha da sempre criticato Profumo per il maggiore stanziamento deciso per l’attività dei vertici della fondazione.
“Profumo dovrebbe fare un passo indietro, non abbiamo condiviso la sua nomina. Per non incorrere in situazioni di questo genere noi introdurremo un semestre bianco per non fare nomine nell’ultima parte del mandato (…) Siamo contrari all’aumento dei costi del comitato di gestione”.
In merito all’Iren, l’ex municipalizzata torinese di cui il Comune è azionista, Chiara Appendino ha spiegato che la nomina di Paolo Peveraro a presidente è in realtà ben diversa.
“Si tratta di due nomine di differente natura. La natura giuridica di questi due soggetti comporta che la nomina per una società quotata in Borsa avvenga attraverso l’assemblea dei soci e quindi sia svincolata da un atto amministrativo in capo al sindaco. I due membri della Compagnia di San Paolo, invece, dipendono direttamente da un decreto del sindaco di Torino”.
La stessa Compagnia bancaria respinge tutte le accuse e in una nota – riportata da Il Corriere della Sera – afferma:
“Nello statuto, solo quattro dei 17 componenti del consiglio generale vengono indicati da istituzioni politiche elettive. In particolare il Comune di Torino indica due consiglieri: tradizionalmente, ma senza alcun riferimento allo statuto, il presidente della Compagnia è stato scelto tra i consiglieri designati dal Comune di Torino. Ridurre il processo di nomina dei vertici a una mera questione di indicazioni politiche e di applicazione dello spoil system rappresenta un punto di vista non rispondente alla realtà delle regole e dei comportamenti”.
In merito poi all’accusa su un aumento degli stipendi di presidente e consiglieri, la Compagnia afferma:
“L’ipotesi di accantonamento di 400mila euro nel budget della Compagnia è stata formulata per promuovere l’attivazione di organi tecnici quali comitati scientifici, formati da esperti (e previsti dallo Statuto), per contribuire alla definizione delle linee programmatiche del prossimo quadriennio: adempimento, questo, legislativo e statutario. È quindi falso affermare che tale importo sia destinato ad aumentare gli emolumenti del presidente e dei consiglieri peraltro caratterizzati da un livello estremamente contenuto rispetto alle altre fondazioni”.