Ieri, nel giorno in cui la capitalizzazione ha segnato un nuovo record (776,59 miliardi di dollari), Apple ha alzato il velo su un trimestrale per alcuni versi deludente. La colpa è delle vendite dell’Iphone che, nel periodo chiuso a marzo, hanno segnato un calo dell’1% a 50,8 milioni di unità, causando una delusione sul fronte delle vendite. In basso anche i titoli nelle contrattazioni after-hours, che sono arrivati a perdere fino al 2%.
Non ne risente invece l’utile netto che, nel secondo trimestre, è salito del 4,9% a 11,03 miliardi di dollari, o 2,10 dollari per azione, sopra le attese degli analisti. I ricavi sono saliti del 4,6% a 52,9 miliardi di dollari, sotto le aspettative del mercato che puntava a 53,1 miliardi di dollari. Per il terzo trimestre Apple stima ricavi in crescita fra il 3% e il 7% a 43,5-45,5 miliardi di dollari, peggio delle attese di 45,7 miliardi di dollari.
L’amministratore delegato Tim Cook si è detto comunque “orgoglioso” di un trimestre “solido con la crescita dei ricavi in accelerazione rispetto al trimestre precedente e con una domanda robusta dell’iPhone 7 Plus”.
Il colosso tecnologico ha deciso di premiare i suoi azionisti aumentando del 10,5% annuale il dividendo a 13,22 miliardi. Si tratta di una cifra record, che supera i 12,77 miliardi di dollari di payout di Exxon Mobil, finora la cedola più alta al mondo.
Il consiglio di amministrazione ha inoltre autorizzato anche un aumento a 200 miliardi di dollari del riacquisto di azioni proprie e un aumento del dividendo del 10,5% a 0,63 dollari per azione.
Tra gli altri prodotti, l’iPad invece ha sofferto in termini sia di ricavi (-12% annuo a 3,889 miliardi di dollari) sia di unità (-13% a 8,922 milioni, sotto le previsioni per 8,93 milioni di pezzi). Il numero di Mac venduti è salito del 4% sul periodo gennaio-marzo del 2016 a quota 4,199 milioni di unità generando 5,844 miliardi di dollari; gli analisti prevedevano 4,22 milioni di Mac venduti.