Economia

Apple entra nel club dei pessimisti e mette un freno alle assunzioni 2023

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Da ieri anche Apple è entrata nel club dei big hi-tech che vedono nero il futuro dell’economia americana. E temono che una recessione sia dietro l’angolo. Si giustifica così la decisione di rallentare la crescita delle assunzioni e della spesa per il prossimo anno. Lo scrive Bloomberg News, citando fonti riservate. La notizia oltre ad aver penalizzato il titolo (-2% alla chiusura di ieri), sta condizionando negativamente i mercati europei.

La mossa vedrebbe il colosso di Cupertino unirsi a un gruppo di società americane, tra cui Meta Platforms e Tesla, che ha già annunciato un rallentamento nelle assunzioni. Secondo lo studio citato da Bloomberg, il ridimensionamento non interesserà tutte le divisioni. “La decisione di Apple riflette un più ampio rallentamento degli investimenti”, ha chiosato Kim Forrest, chief investment officer di Bokeh Capital Partners a Pittsburgh. “Ciò significa che l’inflazione è un problema per queste aziende“.

Le pressioni sui prezzi stanno sollevando preoccupazioni sul fatto che i clienti possano frenare la spesa per articoli discrezionali come gli smartphone. D’altronde i primi segnali si sono già visti nel secondo trimestre, quando,  secondo i dati di Canalys, le consegne dei cellulari sono diminuite del 9%. Tuttavia, gli iPhone di Apple rimangono tra i telefoni più venduti al mondo, con la società che detiene una quota di mercato del 17%, appena dietro il leader di mercato Samsung.

Tra le aziende Usa cresce il timore di una recessione

Negli ultimi mesi sono aumentati i timori che gli aggressivi rialzi dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve per domare un’impennata dell’inflazione possano far precipitare l’economia americana in una recessione. Sulla scia di questo timore, molte aziende tecnologiche Usa hanno annunciato un ridimensionamento delle assunzioni o addirittura piani di licenziamento.

A partire da Tesla, che settimana fa aveva annunciato un ridimensionamento del personale del 10%. Poi è toccato al ceo di Google, Sundar Pichai, informare il personale di un rallentamento delle assunzioni. Stessa musica per Meta, che dopo aver parlato di “tempi difficili”, ha bloccato il piano di assunzioni per determinati ruoli. Ma la lista continua fino ad interessare Netflix e Twitter, che hanno recentemente annunciato nuovi “tagli” all’organico.