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Apple: Samsung condannata a pagare multa di $290 milioni

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ROMA (WSI) – Tassi & Congiuntura: in area euro, tassi governativi in rialzo con spread di poco invariati. Il decennale tedesco ha replicato in buona misura l’andamento dell’analogo T-note, raggiungendo le punte massime di tasso a metà giornata intorno all’1,78% per poi ripiegare nella seconda parte della giornata in area 1,75%. Dal lato macro gli indici Pmi hanno fotografato un potenziale andamento divergente tra l’economia tedesca e quella francese, con la prima in ulteriore recupero, confermato anche dall’indice Ifo di novembre pubblicato questa mattina, con la componente aspettative al massimo da maggio 2011. Nel frattempo i dati finali sul Pil tedesco del terzo trimestre hanno confermato il rallentamento in termini di crescita di periodo (da +0,7% a +0,3%). Le singole componenti del Pil hanno evidenziato un buon recupero della domanda interna a fronte invece di un marcato rallentamento della crescita delle esportazioni (da +2,4% a +0,1%).

In questo contesto ieri Draghi, in un discorso tenuto ieri a Berlino, ha difeso il recente taglio dei tassi attribuendolo non tanto al rischio deflazione quanto piuttosto per cercare di ripristinare un margine di sicurezza rispetto all’ipotesi di crescita dei prezzi allo 0%. Draghi ha descritto la situazione in essere come un processo di disinflazione al rallentatore. Ha inoltre sottolineato come l’operato della BCE sia rivolto all’intera area: ” noi non siamo tedeschi, né francesi, spagnoli o italiani, noi siamo europei e stiamo agendo per l’area Euro nel suo complesso”. Ha infine aggiunto di non essere d’accordo con chi paragona la situazione dell’area Euro a quella del “decennio perso” in Giappone. Questa mattina, in un altro discorso a Francoforte, Draghi ha preannunciato che i parametri utilizzati per lo stress test saranno resi noti entro fine gennaio. Dal fronte tedesco il membro BCE Asmussen non ha escluso la possibilità di passaggio in negativo del tasso sui depositi mentre Weidmann (presidente della Bundesbank), ha ribadito il supporto all’ipotesi di pubblicazione delle minute degli incontri.

Nel frattempo, un portavoce della corte costituzionale tedesca ha preannunciato che l’attesa sentenza sul piano OMT e sull’ESM non arriverà entro la fine del 2013. Sul fronte emissioni, il MEF ha annunciato la cancellazione delle aste di BTP legati all’inflazione dell’area e delle aste sul medio e lungo termine di metà dicembre, “in considerazione dell’ampia disponibilità di cassa e delle ridotte esigenze di finanziamento”. Negli Usa tasso decennale in calo dopo essersi spinto fino in prossimità del 2,85% dopo la pubblicazione dei dati sulle richieste di sussidi settimanali. Successivamente, il più deludente indice della Fed di Filadelfia sul comparto manifatturiero di novembre, ha nuovamente riportato il citato tasso sotto il 2,80%. Nel frattempo la commissione bancaria del Senato ha dato il via libera alla nomina della Yellen. Il voto finale al Senato è atteso nella seconda settimana di dicembre. Il focus degli operatori continua ad essere sul timing del tapering. Dagli ultimi dati della Fed di New York emerge come il 92% dei Treasury acquistati dalla Fed scadranno in un orizzonte temporale superiore ai 4 anni. Sul fronte emissioni corporate da segnalare come il flusso record che sta interessando il 2013 si è esteso anche ai bond convertibili le cui emissioni sono arrivate a circa 39Mld$ da 19Mld$ del 2012, finalizzate in buona misura a finanziare piani di buy back.

Valute: euro in apprezzamento verso dollaro riposizionandosi questa mattina nuovamente al di sopra di 1,35, sulla scia dell’indice Ifo, risultato ampiamente sopra le attese. La prima resistenza nel breve si colloca in prossimità di 1,3525/50. Yen ancora in deprezzamento nella seduta di ieri con il cambio vs euro che ha toccato nuovi massimi dal 2009 sopra quota 136 ed il cross vs dollaro che si trova in area 101. Gli operatori stanno probabilmente puntando sulla possibilità di nuove misure da parte della BoJ nei prossimi mesi quando entreranno in vigore alcune misure fiscali restrittive quali l’aumento dell’Iva. Per oggi la principale resistenza sull’euro/yen si colloca a quota 137, il supporto in area 135,50/136. Sul fronte emergente, la seduta di ieri ha visto un proseguimento della debolezza generalizzata delle principali valute nei confronti del dollaro Usa. Tra i peggiori troviamo il real brasiliano penalizzato dai timori che il governo non riesca a raggiungere i propri obiettivi di bilancio. Da segnalare anche il deprezzamento del dollaro australiano sia vs euro sia vs dollaro dopo le dichiarazioni del governatore della RBA, Stevens, sulla possibilità che l’Istituto possa intervenire per far deprezzare la valuta locale ritenuta ancora sopravvalutata.

Commodity: seconda seduta consecutiva in crescita per l’indice generale GSCI trainato al rialzo ancora una volta dal comparto energia. Nella sessione di ieri il greggio ha registrato nuovamente un andamento positivo con il Brent (una delle miglior commodity della sessione) che ha toccato il livello massimo da un mese; stesso andamento per il WTI (sui massimi da inizio novembre). Al contrario, le prese di profitto hanno ancora interessato i metalli preziosi, con l’oro ai minimi da 4 mesi. Andamento misto invece per i metalli industriali con il rame che chiude in positivo per la terza seduta consecutiva. Stesso andamento divergente anche all’interno del settore agricolo dove prosegue il recupero del caffè (sui massimi da quasi un mese). Questa mattina il greggio oscilla su valori leggermente inferiori a quelli di ieri; stabile l’oro.

Azionario: seduta di ieri tendenzialmente negativa per le borse europee con i soli indici periferici che sono riusciti a chiudere la giornata con un bilancio positivo. L’andamento piuttosto erratico delle ultime sedute sembrerebbe indicare una fase di incertezza tra gli operatori che potrebbe portare ad una fase di correzione nel breve termine. A livello settoriale, all’interno dello Stoxx 600, gli acquisti ieri hanno interessato i comparti più difensivi quali utility, telecomunicazioni ed health care, mentre le vendite hanno colpito settori ciclici quali beni di consumo, risorse di base ed industriali. In Italia, l’indice Ftsemib è risultato il migliore tra i principali indici europei con una performance dello 0,6% grazie soprattutto al buon andamento del comparto finanziario ed utility. In controtendenza si è mosso Eni (-0,4%) dopo l’annuncio da parte di Letta della vendita del 3% della società all’interno del piano di privatizzazioni. In mattinata apertura in lieve rialzo per i listini europei sulla scia della chiusura positiva di Wall Street. Negli Usa, infatti, i principali indici hanno recuperato quasi interamente tutte le perdite delle giornate precedenti, riportandosi nuovamente in prossimità dei recenti livelli record. In un contesto di volumi ancora molto contenuti gli operatori hanno accolto favorevolmente i dati sulle richieste di sussidi alla disoccupazione pubblicati ieri che sembrerebbero confermare il buon andamento del mercato del lavoro.

A livello settoriale tutti i settori all’interno dell’indice S&P 500 hanno chiuso in positivo ad eccezione delle telecomunicazioni. Il migliore è stato il comparto finanziario che beneficia del rialzo dei tassi sulla parte a lunga; a seguire tecnologici ed energetici. L’indice Dow Jones ha chiuso per la prima volta sopra i 16000 punti. Uno dei principali fattori scatenanti di questo clima fortemente euforico sui listini, è l’inarrestabile flusso continuativo di annunci di buy back. Ieri ad esempio è stato il turno di Johnson Controls e di Union Pacific. Sul fronte emergente, seduta di ieri in forte calo per l’indice MSCI EM, la peggiore dallo scorso agosto, con le vendite che hanno interessato tutti le principali aree.

In forte calo soprattutto i listini asiatici ed europei. Durante la notte andamento tendenzialmente positivo per i listini asiatici che beneficiano del buon andamento di Wall Street. Intorno alla parità la borsa nipponica che chiude comunque la seconda settimana consecutiva in rialzo sui massimi da sei mesi. In calo le borse dell’area Sud-Est guidate da quella Thailandese che chiude la settimana con un calo di oltre il 4% in scia alle recenti tensioni politiche nel paese.

INFORMAZIONI DI STAMPA SUI SINGOLI TITOLI

ATLANTIA – Secondo quanto riportato da Il Sole24Ore, la società potrebbe aumentare la somma da dedicare all’aumento di capitale di Alitalia (per il quale ha già versato 26Mln€).

ENEL GREEN POWER – La società ha annunciato di aver avviato i lavori relativi alla costruzione di un parco eolico negli Usa per un investimento complessivo di 250Mln$.

ENI – Il Primo Ministro ha presentato ieri un piano di privatizzazioni che prevede anche il collocamento di un 3% della società (2Mld€ circa); al fine di limitare la diluzione della quota pubblica, il gruppo potrebbe effettuare un’operazione di buy-back delle proprie azioni.

FIAT – Secondo quanto riportato dalla stampa, le banche impegnante nell’Ipo di Chrysler starebbero valutando la controllata di Fiat tra 9 e 16Mld$; Bloomberg sostiene che l’orientamento sarebbe sui 10Mld$. In tal caso, la quota detenuta da Veba (41,5%) alla quale Fiat sarebbe interessata avrebbe un valore di 4,15Mld$.

GENERALI – Secondo quanto riportato da Il Sole24Ore, la società sarebbe interessata a rilevare la compagnia assicurativa SACE che la Cassa Depositi e Prestiti sarebbe disposta a vendere parzialmente (il 60%) valutandola per intero 8Mld€.

TELECOM ITALIA – Secondo quanto riportato dalla stampa, la società favorirebbe un’eventuale fusione tra Tre e Wind acquistando frequenze e torri.

TISCALI – Secondo quanto riportato da Milano Finanza, Sky italia sarebbe interessata ad una fusione con la società.

ENI, CDP RETI, ENAV, FINCANTIERI, GRANDI STAZIONI, SACE, STM, TAG – Il Governo prevede di diluire la propria partecipazione in tali società.

APPLE, SAMSUNG – Un tribunale della California ha condannato Samsung a pagare una multa di 290Mln$ ad Apple per aver violato i diritti relativi ad alcuni brevetti della compagnia di Cupertino.

UNION PACIFIC CORP. – La società (una delle più grandi compagnie ferroviarie Usa ) ha approvato un piano di buy-back delle proprie azione per un ammontare complessivo di 9,5Mld$. Il piano avrà una durata di quattro anni e prevede un acquisto di 60Mln di azioni circa (13%).