Dopo i nuovi massimi storici per l’indice S&P 500 proseguono i record. Ieri è stata la volta di Apple che ha superato i 2.000 miliardi di dollari di capitalizzazione, diventando la prima società americana a superare questo traguardo.
Nonostante l’epidemia da coronavirus la società di Cupertino è riuscita a mettere a segno un rialzo del 100% nel corso degli ultimi 12 mesi, raddoppiando così il valore delle sue azioni che hanno toccato i 467 dollari.
A favorire questo rialzo hanno contribuito sia il momento positivo che stanno vivendo i colossi del web, usciti arricchiti e rafforzati dai periodi di lockdown. Ma anche la politica di riacquisto di azioni proprie che il gruppo californiano sta portando avanti da sette anni.
Warren Buffett sorride
Chi ha guadagnato molto dal rally forsennato di Apple è certamente Warren Buffett, azionista di spicco della società californiana e che nel solo secondo trimestre la sua Berkshire ha visto aumentare di 27,7 miliardi di dollari il valore della partecipazione in Apple, addirittura più del complessivo aumento di valore di tutte le altre partecipazioni detenute della holding dell’oracolo di Omaha.
I numeri del 2° trimestre della società californiana
I conti trimestrali diffusi a fine luglio evidenziano tra aprile e giugno un utile netto a 11,25 miliardi di dollari, in rialzo rispetto ai 10,04 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. Il fatturato è salito a 59,7 miliardi dai 53,81 miliardi.
Il colosso guidato da Tim Cook ha beneficiato delle forti vendite dell’iPhone SE ad aprile e dai miglioramenti che hanno interessato i mesi di maggio e giugno rispetto a quello di aprile, grazie all’allentamento delle misure di lockdown.
Allo stesso tempo, il Covid ha avuto un impatto negativo, in generale, sugli iPhone e sulle categorie di dispositivi indossabili a causa della chiusura dei negozi, così come sui prodotti assicurativi Apple Care.
Il colosso di Wall Street ha annunciato anche un piano per procedere a uno split azionario nel rapporto 4 a 1, al fine di rendere i suoi titoli “più accessibili a una gamma più ampia di investitori”.