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Apple Vs Tesla, la sfida continua. Insieme valgono come il Pil dell’Africa

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I principali listini a livello globale si preparano a chiudere il primo semestre del 2023 con performance che hanno sorpreso positivamente le stime di fine 2022 degli analisti che prevedevano un 2023 contrastato.

Al contrario, l’indice Nasdaq da inizio anno mostra un progresso del 33%, mentre l’indice S&P 500 un più modesto rialzo del +13%. Tuttavia, se andiamo ad analizzare nel dettaglio queste performance ci accorgiamo che sono trainate quasi esclusivamente da una manciata di titoli legati alla frenesia per l’intelligenza artificiale, con il boom di Nvidia che ha dato il via al rally su tutto il settore tecnologico.

La tendenza sui titoli tech continuerà?

Come dicevamo questa prima parte dell’anno è stata dominata dai titoli tech, comparto che (se prendiamo come riferimento l’indice S&P 500) da inizio anno ha realizzato complessivamente un progresso di oltre il 36%, prendendosi così il gradino più alto del podio come miglior settore.

Se andiamo a vedere quali sono stati i titoli più performanti (grafico qui sotto) vediamo facilmente che sono tutti titoli tecnologici, tra cui Tesla che da inizio anno mostra un rialzo vicino al 100%.

Forti acquisti anche su Apple che, seppur non figura tra i primi 10 titoli per performance all’interno dell’indice, da inizio anno ha realizzato un rialzo di quasi il 50%, raggiungendo proprio in occasione della seduta di ieri nuovi massimi storici e avvicinandosi sempre più allo storico traguardo di 3.000 miliardi di capitalizzazione di mercato (trovandosi al momento a quota 2.924 miliardi di dollari).

In ogni caso, la domanda principe che si stanno facendo gli investitori in questa fase di mercato è: il trend rialzista sul comparto tecnologico potrà continuare anche per la seconda metà dell’anno, oppure al contrario è destinato a sgonfiarsi prendendosi così una pausa dopo il recente rally?

Da questo punto di vista gli analisti sono concordi nel ritenere che i margini di profitto delle principali società tecnologiche sono superiori alle aspettative, in quanto le società sono diventante improvvisamente più attente ai loro costi (cercando di diversificare le proprie aree di produzione e catene di approvvigionamento), una strategia ragionevole in un contesto di tassi di interesse in aumento.

Non mancano le preoccupazioni, infatti, che il contesto economico possa peggiorare nei prossimi mesi sia negli Stati Uniti che in Europa, zone economiche che se colpite da una più profonda recessione potrebbero trascinare al ribasso molte società a partire da quelle tecnologiche. Nonostante tutto, la recente corsa delle Big Tech è chiaramente parte di una tendenza più ampia avviata dopo la fase di mercato ribassista che abbiamo osservato da inizio 2022.

Perché Tesla è simile ad Apple?

Se chiedi alla maggior parte delle persone: di che settore fa parte Tesla? la maggior parte ti risponderà stupita che dato che è un’azienda automobilistica essa fa parte del settore automotive che produce auto elettriche. Eppure, non tutti darebbero una risposta così netta a questa domanda, infatti, Tesla può essere tranquillamente annoverata tra i titoli tecnologici (insieme ad Apple) e questo per diversi motivi:

  1. La prima ragione è sicuramente a causa della sua forte spinta e impegno nell’innovazione tecnologica, con la società che è stata pioniera nell’introduzione delle più moderne tecnologie avanzate nel settore automobilistico. Ha introdotto sul mercato sia veicoli elettrici di alta qualità con funzionalità all’avanguardia, come la guida autonoma, ma anche l’interfaccia innovativa e il riconoscimento vocale.
    Ecco che da questo punto di vista, la continua innovazione tecnologica di Tesla contribuisce a renderla del tutto simile a quella che si trova nei principali titoli tecnologici, solitamente all’avanguardia nello sviluppo di nuove soluzioni e prodotti rivoluzionari.
  2. Un altro motivo è riconducibile al suo business model che si concentra, come le principali società tech (come Apple), sull’integrazione e compatibilità tra hardware, software e servizi. In tal senso, volendo fare un parallelismo, se da una parte Tesla ha sviluppato una fitta rete di supercharger per permettere la ricaricare veloce dei propri veicoli, Apple nel corso degli anni ha investito molto per rendere sempre più facile e fruibile l’interconnessione tra i suoi vari dispositivi, creando così un ecosistema virtuoso invidiato dai principali produttori di smartphone. Allo stesso modo, Tesla ha creato il suo ecosistema dato che oltre ai più famosi veicoli elettrici, Tesla sta diventando sempre più leader anche nel mercato dell’energia rinnovabile con i pannelli solari e le batterie Powerwall.
  3. Un altro elemento per cui Tesla è un titolo tecnologico è dato dal suo spiccato coinvolgimento con il settore dei servizi. Tesla sta infatti espandendo la propria presenza nel settore dei servizi, offrendo programmi di noleggio, ma anche condivisione dei veicoli e soluzioni di ricarica anche per altri brand (vedi la recente collaborazione con Ford, GM e Rivian).
  4. Ma non solo, teniamo presente che Tesla, come tutte le principali società tech si dedica anche allo sviluppo dei propri software, con i suoi veicoli che possono essere comodamente aggiornati dall’app proprietaria di Tesla (esattamente come si aggiornerebbe una qualunque altra App presente nell’App Store), migliorando così le prestazioni o introducendo nuove e più moderne funzionalità.
  5. Un ultimo elemento che contribuisce a far rientrare Tesla tra i titoli tech è la sua spiccata visione a lungo termine. Tesla è infatti guidata da una visione e una strategia a lungo termine che punta a rivoluzionare l’industria automobilistica e a promuovere la transizione verso un futuro sostenibile. La società mira non solo a produrre veicoli elettrici di alta gamma, ma anche a trasformare l’intero sistema energetico.
  6. Infine, teniamo presente che i margini di tesla non sembrano affatto simili a quelli di una casa automobilistica tradizionale.

Tesla e Apple valgono come il Pil dell’Africa

La corsa dei titoli tech ha spinto Apple ad avvicinarsi sempre più alla capitalizzazione storica di 3.000 miliardi di dollari (2.900 miliardi di dollari), un valore che corrisponde al Pil della Francia e supera di ben 800 miliardi di dollari il Pil del Nostro paese.

Allo stesso tempo, la capitalizzazione di mercato di Tesla è di circa 764 miliardi di dollari, un valore che, seppur notevolmente inferiore alla market cap di Apple, supera comunque il Pil della maggior parte dei Paesi europei.

Cifre ancora più impressionati se andiamo a confrontare la somma delle capitalizzazioni di mercato di Apple e Tesla, con i Pil di diverse aree del mondo. Da questo punto di vista se andiamo a sommare la capitalizzazione di mercato di Apple con quella di Tesla, abbiamo una capitalizzazione congiunta pari a circa 3.700 miliardi di dollari, una cifra che supera il Pil dell’India (3.100 miliardi di dollari), ma anche quello del Regno Unito (3.170), e di tutti gli altri principali paesi europei.

Ma non solo, la capitalizzazione di Apple + Tesla supera anche il Pil ottenuto da tutto il continente africano. Da questo punto di vista teniamo presente che i due Paesi del continente che hanno il Pil maggiore sono Nigeria (441 miliardi di dollari) e il Sud Africa (338 miliardi di dollari).

Adesso andiamo ad analizzare la situazione grafica dei due titoli che presentano un quadro tecnico diverso.

Apple raggiunge nuovi massimi storici

Prosegue la forza su Apple che con il rialzo della seduta di ieri ha raggiunto nuovi massimi storici, superando coì il precedente record (183 dollari) raggiunto a inizio 2022 prima di invertire la tendenza incanalandosi in un downtrend durato fino all’inizio di quest’anno. Proprio da inizio anno Apple ha guadagnato il 43%, passando da circa 122 dollari ad azione agli attuali 185 dollari, con un incremento di 65 dollari ad azione.

Ora il titolo come dicevamo sta oscillando in un’area di prezzo mai precedentemente esplorata e in caso di uno storno/ritracciamento di breve periodo i principali supporti che potrebbero sorreggere le quotazioni in caso di un ribasso si trovano prima a quota 180 dollari e poi a 176 dollari, mentre solo un ritorno dei prezzi sotto l’area supportiva dei 160 dollari potrebbe riportare una certa debolezza sul titolo.

Il vigoroso rialzo di Apple è ben apprezzabile dal grafico settimanale qui sotto in cui è possibile vedere la lunga striscia di candele verdi messe a segno da inizio anno e in particolare da inizio marzo.

Anche dal punto di vista dell’analisi algoritmica emerge positività, con i prezzi che si trovano al di sopra delle principali medie mobili a 50 e 200 periodi, con l’indicatore di direzione che si trova ancora in posizione “long”. Tuttavia, il più reattivo oscillatore di momentum dopo essere entrato diverso tempo fa in area di ipercomprato, nelle ultime sedute l’Rsi sta perdendo forza dato che sta lentamente uscendo dall’area di ipercomprato, situazione che potrebbe anticipare una correzione di breve periodo sul titolo.

Tesla supera la trendline ribassista

Acquisti anche su Tesla che da inizio anno ha guadagnato oltre il 103%, rompendo al rialzo nelle ultime settimane anche la trendline ribassista costruita da settembre e confermata anche ad aprile di quest’anno. L’attuale fase di positività è evidenziata anche dal superamento al rialzo dei prezzi delle principali medie mobili a 50 (linea gialla) e 200 (linea arancio). Ora in caso di prosecuzione della fase rialzista il superamento dell’area di resistenza a 260 dollari ad azione potrebbe favorire il recupero dell’area di resistenza dei 300 dollari, area di prezzo che ha respinto le quotazioni nell’estate scorsa. Al contrario, le principali aree di supporto si trovano a quota 220 dollari ad azione.

Giulio Visigalli | Wall Street Italia