Il Fondo monetario internazionale (Fmi) va in soccorso della Banca centrale argentina (Bcra), concedendo l’autorizzazione a operare sul mercato dei cambi anche attraverso l’uso di riserve. L’obiettivo è quello di evitare una eccessiva svalutazione del peso rispetto al dollaro e frenare il suo impatto sull’inflazione.
In base alla nuova politica più aggressiva, l’istituto centrale potrà effettuare vendite di dollari anche se il cambio del momento si trovi sotto la banda di non intervento concordata con l’Fmi di 51,448 pesos contro il biglietto verde.
“La Bcra ha introdotto importanti modifiche per affrontare la volatilità del mercato finanziario e del tipo di cambio, appoggiamo questa decisione che riteniamo adeguatamente calibrata rispetto alle sfide che affronta l’Argentina”, ha dichiarato il portavoce dell’organismo di credito multilaterale, Gerry Rice.
L’Fmi ha dato in questo modo il suo beneplacito alle decisioni adottate ieri prima dell’apertura dei mercati dal comitato di politica monetaria (Copom) della Bcra, decisioni che modificano un punto fino a ieri espressamente proibito dall’accordo stipulato con l’Fmi per un programma di assistenza finanziaria di tipo Stand By da 57,1 miliardi di dollari.
Nel frattempo, per cercare di contenere una inflazione che viaggia da mesi al ritmo del 50% annuo, il governo di Buenos Aires ha lanciato oggi un programma di ‘Prezzi essenziali’ riguardante la vendita nei supermercati di 64 prodotti alimentari del paniere di base che dovrebbero mantenere il loro prezzo fisso fino a ottobre.
All’iniziativa, in 2.500 punti di vendita di tutto il Paese, partecipano le principali catene di supermercati che si sono impegnati a offrire i prodotti (fra cui olio, zucchero, pasta, farina, riso, vino, latte e yogurt) a prezzo calmierato.
Una mossa che alcuni osservatori vedono legata alle elezioni presidenziali e legislative argentine in calendario a ottobre. Nelle nuove consultazioni, il presidente Mauricio Macri probabilmente si ricandiderà e per questo vuole arrivarci con un clima sociale il meno agitato possibile, nonostante la crisi economica che attanaglia il Paese.