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Argentina, sciopero generale di 36 ore dei sindacati contro Cristina paralizza Buenos Aires

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BUENOS AIRES (WSI) – Il leader di uno dei tre sindacati che hanno organizzato uno sciopero generale in Argentina, il peronista dell’opposizione Hugo Moyano, ha detto che tra l’80% e il 90% dei lavoratori si è unito alla protesta durata 36 ore iniziata mercoledì alle 12:00 (ora locale). Invece, uno degli uomini del governo di Cristina Fernandez de Kirchner, Jorge Capitanich, sostiene che solo il 25% ha partecipato. In ogni caso Buenos Aires e’ rimasta paralizzata.

I tre sindacati di opposizione, di fronte ad altri due che sono fedeli alla presidenta Kirchner, hanno scioperato per chiedere al governo che vieti i licenziamenti e sospensioni di dipendenti per un intero anno, e inoltre di riaprire i negoziati salariali stipulati nel primo semestre del 2014.

Cristina ha già affrontato due scioperi generali nel 2012 e nel mese di aprile, l’ultimo con l’adesione degli autisti di autobus e tram urbani. Anche in queste ore la capitale argentina era deserta, manifestanti in strada, molta gente non e’ andata al lavoro per mancanza du trasporto urbano.

Quello che è certo è che la situazione economica argentina si è molto deteriorata rispetto agli anni precedenti, senza raggiungere lo scenario terribile dell’economia in Venezuela ma, come nel resto del Sud America, Buenos Aires subisce un forte rallentamento a causa del calo dei prezzi delle materie prime.

La disoccupazione è salita al 7,5% nel settore industriale e delle costruzioni. Nel 2002 – dopo il primo default – la debacle fu di gran lunga peggiore, ma oggi il costo di indennità e cassa integrazione per i lavoratori licenziati risulta raddoppiato. A quel tempo il tasso di disoccupazione era pari al 21%.

Per quanto riguarda l’inflazione, i dati ufficiali lo fissano al 31,2%, rispetto a una media concordata dai sindacati del 29,7%. Gli analisti prevedono che la crisi del debito, con il default aperto un mese fa dal blocco giudiziario deciso da un tribunale USA sui bond ristrutturati, potrebbe aggravare la crisi economica e provocare un ulteriore aumento dei prezzi.