A soli tre mesi di distanza dall’inizio del suo mandato, si è dimesso a sorpresa il presidente della banca centrale argentina. Un giorno dopo che il governo Macri ha chiesto 3-5 miliardi di dollari di prestiti addizionali all’FMI, che si andranno ad aggiungere ai 50 miliardi della linea di credito concessa dal fondo, il peso subisce un nuovo tracollo sui mercati valutari.
L’Argentina, alle prese con una iperinflazione e una svalutazione della moneta record (il calo del 50% sul dollaro da inizio anno è il più intenso tra i mercati emergenti) vive un momento estremamente difficile. Le dimissioni di Luis Caputo annunciate martedì rischiano di accelerare la crisi economica della seconda potenza sudamericana dopo il Brasile.
A rimpiazzare Caputo, che ha citato motivi personali dietro alla sua decisione, è stato scelto l’attuale Segretario delle politiche economiche Guido Sandleris. Il numero due del ministero dell’Economia guidato da Nicolas Dujovne (nella foto con il dimissionario Saputo) avrà un compito non da poco. Le dimissioni non potrebbero infatti arrivare in un momento peggiore per l’Argentina e mandano ai mercati un segnale di instabilità.
Aumentano dubbi sulla stabilità economica dell’Argentina
Nell’ambito delle manovre volte a stabilizzare l’economia, nonostante le stime per una recessione economica e la contrarietà dell’FMI, a fine agosto Caputo aveva alzato i tassi di interesse al 60%. Sembra che Dujovne e Saputo non fossero d’accordo su alcuni aspetti strategici e infatti Saputo non aveva partecipato al viaggio della delegazione argentina a Washington a inizio settembre.
Saputo, ex trader di Citigroup e Deutsche Bank nonché ex ministro dell’Economia, aveva intenzione di eliminare una parte del debito a breve termine della banca centrale che secondo i suoi calcoli stava contribuendo ad alimentare la volatilità sui mercati finanziari.
Come sottolinea il Financial Times la sua nomina tre mesi fa “aveva spinto alcuni critici a mettere in dubbio l’impegno del governo a garantire l’indipendenza della banca centrale” rispetto alle politiche di governo. Ora l’addio di Caputo, un professionista rispettato nel mondo finanziario, rischiano di compromettere gli sforzi compiuti dalle autorità per rafforzare la moneta argentina.
“Queste dimissioni sono motivate da ragioni personali” e non professionali, ha comunicato Saputo, “nella convinzione che il nuovo accordo stretto con il Fondo Monetario Internazionale ristabilirà la fiducia dei mercati nei regimi monetari, finanziari fiscali e dei tassi di cambio“.
A giudicare dalla reazione dei mercati, per ora non è così. Sul Forex il peso è calato di un altro 3% in giornata, con i trader che si chiedono chi riuscirà a stabilizzare l’economia dell’Argentina se non ci è riuscito nemmeno un finanziere dalla carriera illustre.