Società

Arriva il piano lavoro, 1,3 miliardi per le assunzioni

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ROMA (WSI) – Se il decreto sulla decontribuzione dei contratti a tempo indeterminato verra’ varato oggi dal Consiglio dei Ministri – si parla di un bonus di fino a 650 mila euro per ogni assunzione – bisognera’ aspettare i “prossimi mesi” per un secondo pacchetto di interventi per dare attuazione in Italia alla “Youth guarantee”, lo schema europeo di sostegno ai giovani senza lavoro.

La situazione della disoccupazione giovanile in Italia e’ drammatica e vede coinvolto il 40% dei giovani attivi nel mercato del lavoro. Ecco perche’ l’Ue provera’ a dare una mano. Il nostro paese potrebbe recuperare 4 miliardi di euro grazie all’aumento della quota di partecipazione dell’Unione Europea ai programmi legati ai fondi strutturali, che salirebbe dal 50 al 75%.

Per i paesi che hanno oltre il 25% di giovani privi di impiego, si punta alla piena funzionalità da gennaio dell’iniziativa “Youth guarantee“, 6 miliardi stanziati da Bruxelles in due anni per misure da definire, 4-600 milioni per un’Italia che ha le mani legate dal debito e un bisogno vitale di trovare sponde in Europa.

Per il pacchetto del lavoro il Governo punta a stanziare circa 1,3 miliardi di risorse complessive. Secondo quanto si e’ appreso da tecnici al lavoro sul provvedimento oltre al miliardo di fondi europei da destinare al Sud, potrebbero esserci altri 300 milioni per le misure di incentivo alle assunzioni al Centro-Nord.

Il pacchetto lavoro agevolerà le assunzioni dei giovani in condizioni di maggiore debolezza sul mercato del lavoro. Il decreto che sarà esaminato oggi nel Cdm, ha detto il premier Enrico Letta conterrà interventi per accelerare la creazione di posti di lavoro stabili “attraverso forme di decontribuzione per le imprese che assumono giovani in difficoltà economica o convertono contratti temporanei in contratti a tempo indeterminato”.

Secondo quanto si apprende gli sgravi dovrebbero essere limitati agli under 30 disoccupati da almeno 6 mesi e con un basso livello di istruzione o una bassa qualifica professionale.

Il Cdm approverà “un pacchetto, un dl per il lavoro” che prevede agevolazioni “per chi assume a tempo indeterminato”, ha spiegato Letta a Montecitorio.

“Eurofund ha stimato che il costo della disoccupazione giovanile in termini di reddito perduto e di maggiori oneri per assistenza sociale è pari a circa 153 miliardi: una dissipazione senza pari, uno sperpero che la crisi esaspera in un paradossale circolo vizioso”.

IVA: DELRIO, IN CDM RINVIO A SETTEMBRE

“In Consiglio dei ministri al 99,9% ci sarà il rinvio dell’Iva, di tre mesi, fino a settembre, e nel frattempo si lavora per ristrutturare tutto il sistema delle aliquote”. Lo ha affermato il ministro degli Affari regionali Graziano Delrioni , nel corso di un videoforum a Repubblica.it.

Al giornalista che lo intervistava, il ministro ha detto che nel Governo “il clima è tranquillo e orientato agli obiettivi”. Delrio ha anche detto di essere “pronto a portare in Consiglio dei ministri il provvedimento che riguarda le Province, le città metropolitane, i piccoli comuni. Aspettiamo la sentenza della Corte Costituzionale per rispetto, è in arrivo nel giro di pochi giorni, il Governo è pronto”.

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Di Marco Zatterin

CORRISPONDENTE DA BRUXELLES DI LA STAMPA

Qualche numero, un grappolo di promesse e molti buoni auspici. Al vertice europeo che si apre domani a Bruxelles il confronto sarà certamente «duro», come immagina Enrico Letta, e non soltanto per le sintonie prevedibilmente disturbate fra i Ventisette. L’ultima bozza di conclusioni limata dagli sherpa dei leader mette insieme cose vecchie e nuove, fa un passo in avanti rispetto al deludente «patto per la Crescita» del giugno 2012, però traccia scenari che richiedono manutenzione. «Se l’Europa si ferma, è perduta», ha avvertito il presidente del Consiglio parlando alla Camera. E l’Europa difficilmente potrà muoversi se non ripartirà la sua economia inchiodata dalla recessione.

Deve essere il summit della crescita dell’occupazione, stavolta sul serio, anche se sarà inquinato dal disaccordo sul bilancio pluriennale 2014-2020 proclamato ieri dal Parlamento Ue. «Bisogna agire con urgenza», incalza l’ipotesi di comunicato che i capi di stato e di governo dell’Ue firmeranno venerdì. Il punto primo è dedicato alla disoccupazione giovanile, che in alcuni paesi colpisce un ragazzo su due. Sono due pagine di proposte che decollano con l’impegno a stringere con la Garanzia per i giovani, meccanismo con cui gli stati si impegnano da gennaio a trovare un nuovo posto (o un corso di formazione) a chi è pronto a entrare nel mondo del lavoro e non riesce a farlo.

Per i paesi che hanno oltre il 25% di giovani privi di impiego, si punta alla piena funzionalità da gennaio della Youth Employment Initiative, 6 miliardi stanziati da Bruxelles in due anni per misure da definire, 4-600 milioni per un’Italia che ha le mani legate dal debito e un bisogno vitale di trovare sponde in Europa. Un’ipotesi che sta emergendo dal confronto con la Commissione è l’aumento della quota di partecipaizone dell’Ue ai programmi legati ai fondi strutturali: secondo fonti citate dall’Ansa, si salirebbe dal 50 al 75% liberando sino a 4 miliardi. Un tesoretto niente male.

Potrebbe essere per l’accesso al lavoro, così come il rafforzamento del programma «Eures per il primo lavoro» atteso al vertice insieme con l’«Erasmus più» per la formazione professionale transfrontaliera, mentre si cercano circuiti virtuosi «in piena consultazione con le parti scoiali» e con un’avvertenza: il ruolo centrale spetta ai governi nazionali. I quali devono «ricordare l’importanza per la competitività di un taglio del fisco sul lavoro». Memento Imu/Iva. Il capitolo su crescita, competitività e posti ha uno slogan inedito, «un nuovo Piano investimenti per l’Europa». Qui si parla di come restituire ossigeno alle imprese, perché è chiaro che i posti e il reddito nascono lì. Cruciale favorire l’accesso al credito bloccato un po’ ovunque e sopratutto nel sud del continente. Centrale sarà il ruolo della Bei, la Banca per gli investimenti, il cui capitale è stato di recente aumentato di 10 miliardi. D’intesa con la Commissione e i suoi strumenti finanziari dovrà assistere le imprese, soprattutto piccole e medie, con garanzie, cartolarizzazioni e altro.

La formula esatta è da definire, sul tavolo ce ne sono tre possibili. La bozza suggerisce di concludere l’esame per fine anno, con l’obiettivo di arrivare a smuovere fra i 55 e i 100 miliardi. Politicamente è importante sigillare il dossier sull’Unione bancaria, cosa che non sapremo sino a stasera. I ministri economici sono chiamati a chiudere l’intesa lasciata in sospeso sabato sulle regole per i fallimenti bancari. La bozza qui regala parentesi vuote. «Mi batterò perché non si rimetta in discussione il calendario per completare l’unione bancari», promette Enrico Letta. Partita dura, davvero. Anche perché, almeno sino alle elezioni di settembre, far correre i tedeschi nel verso dell’Europa sarà un’impresa davvero titanica.

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da La Stampa – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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