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Arriva o no la tassa doppia rispetto a Tasi? Chi pagherà?

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ROMA (WSI) – La prima a denunciare l’introduzione di un nuovo balzello che finirà per costare anche il doppio della Tasi, è stata Confedilizia. L’associazione ha parlato di un decreto attuativo della direttiva UE sulla sicurezza degli ascensori (Direttiva 2014/33/Ue) il cui schema dovrebbe arrivare sul tavolo del Ministero dello sviluppo economico entro il 19 aprile.

L’obiettivo della direttiva dell’Unione Europea è aumentare il livello di sicurezza degli impianti esistenti e da qui – secondo Confedilizia – nel Dpr al vaglio dei tecnici nasce l’obbligo di effettuare una verifica straordinaria degli ascensori esistenti, con una serie di interventi costosi a carico dei proprietari di un immobile.

“Un obbligo che non è in alcun modo previsto dalla direttiva europea di cui il dpr costituisce attuazione”.

Una vera e propria tassa sugli ascensori che costerebbe anche 350 euro all’anno a famiglia. Come si legge nell’articolo 2 del provvedimento:

“Per gli ascensori già in servizio prima della data di pubblicazione del regolamento e conformi alle norme vigenti a tale data, i soggetti verificatori nel corso della prima verifica periodica, i soggetti verificatori debbano provvedere ad una verifica degli ulteriori requisiti minimi di sicurezza“.

Una tassa pari al doppio della Tasi

Una verifica che – secondo Confedilizia – è equiparabile ad un’imposta e che “annullerebbe in un colpo solo gli effetti dell’abolizione della Tasi sull’abitazione principale, imponendo esborsi pari al doppio del gettito della Tasi stessa”.

Ma il Ministero dello Sviluppo economico cerca di placare gli animi e nega l’introduzione di una nuova tassa. La precisazione, tuttavia, più che gettare acqua sul fuoco, finisce per creare altri dubbi.

“La proposta del Ministero dello Sviluppo Economico in materia di ascensori, al contrario di quanto affermato da Confedilizia, non prevede verifiche straordinarie, bensì controlli di sicurezza da svolgersi nell’ambito della prima verifica ordinaria utile”.

A dover essere soggetti ai controlli saranno – secondo quanto afferma il Mise – solo gli ascensori installati prima del 1999, cioè prima dell’applicazione delle relative direttive europee in materia che hanno aumentato i requisiti di sicurezza per gli impianti.

“Tali ascensori, ove la proposta sia condivisa e approvata dal Governo, saranno verificati non solo con riferimento ai requisiti vigenti all’epoca, ma anche con riferimento ai più importanti requisiti di sicurezza introdotti successivamente, ad esempio per la precisione della fermata e il livellamento fra cabina dell’ascensore e piano, ovvero per la protezione dai rischi di schiacciamento delle porte motorizzate”.

Il Mise precisa inoltre che i tecnici ministeriali entro i prossimi 2 anni dovranno adottare un provvedimento sul censimento degli impianti più vecchi stabilendo modalità e tempistiche per eseguire gli interventi di adeguamento agli standard di sicurezza minimi previsti dall’Ue.