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Arriva tassa sui derivati. Nuovo crollo volumi?

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MILANO (WSI) – Nuova tassa per gli italiani, in particolare per chi opera in borsa. E’ infatti operativa da oggi la nuova tassa sui contratti derivati e sulle transazioni ad alta frequenza, le high frequency trade. E’ il secondo atto di un processo che è iniziato lo scorso marzo, volto a tassare le transazioni finanziarie.

La nuova tassa sottoporrà le operazioni di high-frequency trading (HTF) a una tassa dello 0,02% sulle operazioni di scambio che avvengono ogni 0,5 secondi o più velocemente. Le transazioni ad alta frequenza sono state oggetto di diverse polemiche nel corso degli ultimi anni e, dal momento che ricorrono a software specializzati per inserire ordini in microsecondi, sono state considerate spesso responsabili di diversi black out, o disfunzioni che hanno colpito i mercati azionari globali negli ultimi mesi.

L’Italia non è l’unica ad aver imposto tasse sulle transazioni finanziarie; la Francia l’ha preceduta di molto, per esempio, lanciando tasse ad hoc nell’agosto del 2012. Le decisioni fanno parte di un progetto più ampio della Commissione europea, con l’Ue che vuole assicurarsi che il settore finanziario faccia la sua parte nel contribuire ai conti pubblici.

L’obiettivo è quello di introdurre una tassa paneuropea a partire dal gennaio del 2014 che prenda di mira azioni, debiti e derivati.

Ma è uno stesso articolo del sito americano Cnbc a mettere in evidenza le forti critiche che il progetto di tassazione sulle transazioni finanziarie sta alimentando da mesi.

Diversi critici sottolineano infatti che il risultato sarà un vero e proprio esodo verso altre giurisdizioni che non parteciperanno allo schema europeo, come la City.

In Italia, sono molte le prove che suggeriscono che i volumi stanno pagando cara la misura; nella prima settimana successiva all’introduzione della prima parte della Tobin Tax, a marzo, i volumi sono letteralmente crollati sul Ftse Mib, con un calo del 30% rispetto alla media a 90 giorni, stando a quanto riportano i dati di Reuters.

I numeri di inizio agosto, sempre di Reuters, mostrano poi che a fronte di un aumento dei volumi di trading in Europa +14% rispetto allo stesso mese del 2012, gli scambi sui mercati italiani sono scesi -10%, così come pure in Francia, che appunto ha introdotto una tassa simile nell’agosto del 2012.

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