Nonostante il gender gap, in Italia e all’estero abbiamo una nutrita e qualificata presenza femminile nel collezionismo di arte contemporanea. Lo rileva la seconda edizione di “Collezionisti e valore dell’arte in Italia – 2022”, ricerca promossa da Intesa Sanpaolo Private Banking, in collaborazione con la Direzione Arte, Cultura e Beni Storici e la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, presentata il 7 marzo scorso alle Gallerie d’Italia di Milano. I suoi dati provengono dalla Vip Collectors List di Artissima, database che conta oltre 4 mila contatti della prestigiosa fiera torinese, sostenuta da Intesa Sanpaolo.
Lo studio ha evidenziato il fenomeno del collezionismo “di coppia”,
che vede un collezionista uomo/donna (main collector) affiancato dal partner (co-collector), con cui condivide le scelte, accanto a coppie che si muovano insieme, ma sviluppano raccolte personali. Inoltre, la ricerca ha rilevato che mecenati e filantropi sono cresciuti dell’8,4% negli ultimi 4 anni, mentre i fondatori di musei privati sono aumentati del 10,5% nel medesimo lasso di tempo.
Identikit del collezionista d’arte italiano
Lo studio di Intesa Sanpaolo rivela che i collezionisti vivono solitamente nelle regioni settentrionali: più del 50% tra Lombardia e Piemonte, ma il collezionismo capillarmente diffuso sul territorio nazionale, dato che sono registrati 582 luoghi di residenza differenti, con un predominio – non sorprendente – dei grandi centri urbani, dato che più della metà dei collezionisti residenti in Italia vive in tre sole città, capeggiate da Milano, Torino e Roma.
Oltre il 70% del campione è formato da collezionisti “professionisti”, caratterizzati da esperienza longeva, comportamenti d’acquisto non occasionali e raccolte eclettiche (formate, in media, da 4 diverse
tipologie di beni). La maggioranza dei collezionisti acquista in media ogni anno meno di 10 nuove opere e il budget per le acquisizioni, nell’85% dei casi, rimane inferiore ai 100 mila euro, prediligendo opere d’arte contemporanee e/o post-belliche, mentre solo una minoranza colleziona arte moderna. Più della metà dei collezionisti custodisce la collezione nella propria abitazione, seguita da altri luoghi di proprietà (14% in azienda, 13% in altra sede) e dai depositi (15%). Nella maggioranza dei casi le collezioni non sono accessibili al pubblico. L’86% dei collezionisti provvede autonomamente alla gestione della propria collezione e solo l’8% si avvale di un consulente o di servizi di art advisory.
Art advisory e private banking
L’art advisory è un servizio studiato per essere al fianco dei clienti nelle scelte di valorizzazione del loro patrimonio artistico, sia di una singola opera d’arte che di un’intera collezione. Si concretizza in: consulenza nella valutazione di singole opere o collezione; analisi del loro stato di conservazione e della sua autenticità; studi economici e finanziari su singoli autori e movimenti; supporto di professionisti indipendenti esperti in arte e mercato dell’arte; trasporto di opere d’arte in Italia e all’estero; restauro, magazzinaggio e custodia di opere; partecipazione a mostre, pubblicazioni di cataloghi e monografie.
Sul tema, Andrea Ghidoni, direttore generale di Intesa Sanpaolo Private Banking, ha concluso: “Fornire alla nostra clientela
soluzioni efficaci e innovative di wealth management è da sempre la mission di Intesa Sanpaolo Private Banking e, in quest’ottica, anche l’art advisory rientra tra i servizi per la gestione del patrimonio personale e familiare, in tutte le sue articolazioni, poiché ci consente di assistere la clientela in occasione dei passaggi generazionali, nella valorizzazione di opere d’arte, o di altri beni da collezione, rispondendo a specifiche esigenze. Anche nel mercato dell’arte il ruolo del private
banker e degli specialisti indipendenti che ci supportano diviene fondamentale nella costruzione di una relazione di fiducia sempre più qualificata”.