di Paolo Ceccherini
Opere di artisti come Lucio Fontana e Leoncillo Leonardi vengono battute a centinaia di migliaia di euro
L’arte contemporanea italiana continua ad attrarre appassionati da tutto il mondo e i risultati delle aste ne confermano la vivacità. Nelle ultime sessioni autunnali che si sono tenute nel nostro Paese Sotheby’s ha realizzato un giro d’affari di 12,8 milioni di euro, il 66% in più rispetto all’anno precedente. Delle prospettive di questo mercato WSI ha parlato con Roberta dell’Acqua, specialist di arte contemporanea presso Sotheby’s Milano.
Dott.ssa dell’Acqua, qual è lo stato di salute del mercato dell’arte contemporanea italiana?
«Ci troviamo in una fase di mercato a due velocità. Da una parte ci sono i risultati mostrati nella nostra asta autunnale di Milano, dove per alcuni nomi sono stati segnati record eccezionali. Ad esempio: Leoncillo, Max Bill o Jannis Kounellis.
Dall’altra ci sono artisti che invece iniziano a zoppicare se non presentati con opere di altissima qualità, come ad esempio star del calibro di Castellani o Bonalumi. Occorre ricordare che in ogni caso si tratta di autori che hanno registrato un incremento vertiginoso delle proprie quotazioni nel corso degli ultimi 15 anni. È il segnale che, complice la maggiore polarizzazione del segmento, il mercato è sempre più esigente. Nulla è scontato, neanche se si tratta di Fontana».
Ci sono cambiamenti nei trend di scelta e acquisto dei collezionisti nei confronti dell’arte contemporanea italiana?
«Sono due i fenomeni che vediamo emergere sul mercato. Il primo è il crescente interesse per le ceramiche degli artisti italiani del dopoguerra. Su tutti voglio citare i record di Leoncillo che, nell’asta di arte moderna e contemporanea dello scorso autunno a Milano, ha raggiunto la quotazione di 969 mila euro per l’opera ‘Grande mutilazione’ del 1962. Un altro risultato positivo inatteso è arrivato per la ‘Madonna’ del 1954 di Lucio Fontana, ceramica riflessata e vernice oro che da una stima di 130-180 mila euro euro è stata aggiudicata, a 405 mila euro.
Il secondo trend che rileviamo è un aumento delle richieste per il figurativo di altissima qualità, come confermato dall’aggiudicazione della ‘Natura Morta’, del 1923 di Giorgio Morandi battuta per 1,8 milioni di euro o da alcune opere di Giorgio de Chirico risalenti agli anni ‘20».
A proposito di ceramiche in aprile porterete in asta a Milano quelle della prestigiosa collezione Hockemeyer. Siete molto ottimisti su questa forma di arte?
«L’11 aprile porteremo nel capoluogo lombardo una selezione di opere provenienti dalla collezione Hockemeyer dedicata alla ceramica. Come ho detto è un medium sempre più ricercato dai collezionisti di tutto il mondo e per il quale confidiamo in un’ottima risposta della sala. La raccolta ‘Dalla Terra al Fuoco: Ceramiche dalla collezione Hockemeyer’, proviene dai collezionisti e mecenati tedeschi Bernd e Eva Hockemeyer, che hanno incentrato la loro collezione sul meglio dell’arte ceramica italiana dagli anni trenta in poi, includendo i nomi più importanti del dopoguerra italiano.
Gli artisti protagonisti di questa asta sono significativi non solo per la bellezza dei loro lavori, ma anche per l’utilizzo rivoluzionario che sono riusciti a fare di questo materiale».
Quali sono, a tuo avviso i principali parametri da tenere in considerazione quando si vogliono acquistare delle ceramiche d’arte?
«Come per le altre opere d’arte è molto importante lo stato di conservazione, tenendo in considerazione anche le infinite possibilità di deterioramento a cui è esposta la ceramica a causa di fattori chimici, meccanici o fisici molto complessi da restaurare.
Inoltre è molto importante il tema proposto dall’artista nell’opera, come ad esempio le crocefissioni di Lucio Fontana, nonché la storia dell’opera stessa, sia in termini di esposizioni in musei e mostre che di precedenti proprietari».
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di marzo del magazine Wall Street Italia.