Arte e investimenti, il coronavirus frena il settore
Effetto coronavirus anche nel mondo dell’arte e delle opere da collezione, che hanno visto i volumi e gli acquisti diminuire drasticamente. E rimane difficile immaginare che il mercato possa tornare ai livelli pre-Covid nel breve periodo, alla luce anche della seconda ondata e delle nuove misure restrittive.
Eppure l’interesse c’è: nonostante il forte impatto generato dalla crisi sulla compravendita di opere d’arte, la maggior parte degli operatori (81%) ha confermato che l’arte non ha perso appeal rispetto al periodo precedente l’avvento della pandemia. Ecco allora come sta cambiando questo mercato, secondo l’indagine “Lo stato dell’Arte.
Una fotografia del settore Art & Finance ai tempi del Covid-19”, condotta da Deloitte fra oltre 1.000 tra artisti, collezionisti, operatori, esponenti del mondo accademico e appassionati d’arte.
Arte e investimenti, vendite in calo del 60%
Volgendo uno sguardo ai numeri, per quanto riguarda le case d’asta, il calo dei fatturati è stato mediamente del 60% nel primo semestre 2020, includendo anche le aste online.
Per le gallerie d’arte, secondo un recente report rilasciato da Art Basel in collaborazione con UBS, il calo delle vendite nei primi sei mesi dell’anno è stato mediamente del 36% rispetto allo stesso periodo del 2019, con picchi al ribasso per le gallerie minori. Dalle opinioni degli stakeholder coinvolti nell’indagine, si evince un generale calo nei volumi d’affari dei primi mesi del 2020, con il 52% degli operatori che ha registrato un calo tra il 25% e il 50% (prevalentemente dealer e gallerie d’arte). Preoccupante anche la quota di quasi 1 rispondente su 5 che ha registrato un calo superiore al 50% rispetto al 2019.
Le aste vanno online
L’emergenza coronavirus ha portato a un incremento della digitalizzazione del settore artistico culturale con iniziative virtuali e strategie di comunicazione digitale. La ridotta o assente possibilità di fruire l’arte dal vivo rappresenta infatti l’elemento più critico per il settore, che studia nuove formule per superare l’emergenza.
Si stanno così affermando le aste in formato ibrido, ossia metà live e metà in streaming, come nuovo possibile strumento chiave per mantenere vivo l’interesse anche in questi e nei prossimi mesi. Permane però la volontà degli appassionati di prendere parte fisicamente agli eventi: circa 1 rispondente su 4 ha utilizzato il digitale per acquistare opere d’arte nel periodo del lockdown ma, nonostante questo, solo l’8% sostiene che l’online sostituirà i servizi dal vivo per una quota superiore al 50%.
Guardando alle aspettative per il futuro, il 34% confida in nuovi strumenti normativi volti a favorire il supporto dei privati al settore artistico-culturale come le agevolazioni fiscali.
Altra possibile leva per la ripartenza può essere la creazione di nuovi market-place (27%): grazie alla collaborazione, si può infatti favorire l’ottimizzazione dei costi e l’ampliamento di pubblico.