Investitori in ritirata: in attesa delle nuove decisioni della Bce di Mario Draghi, i fondi obbligazionari europei hanno subito la fuga più pesante in oltre un anno di tempo, mentre i soldi prelevati dai fondi azionari del continente hanno nel complesso quasi raggiunto quota 100 miliardi di dollari.
Le turbolenze sul mercato valutario, con la sterlina sotto intensa pressione, hanno innervosito gli investitori, consapevoli dei rischi che comporta un’uscita reale e totale del Regno Unito dall’Unione Europea.
I gestori che investono i loro soldi nell’azionario europeo hanno riportato una fuoriuscita di 1,1 miliardi di dollari da parte della clientela nella settimana conclusasi il 12 ottobre, per la 36esima settimana di fila in cui i deflussi di denaro hanno superato i flussi in entrata.
I fondi obbligazionari, che negli ultimi tempi avevano tratto vantaggio dai programmi straordinari di ultra accomodamento monetario varati dalla Bce e dalla Banca d’Inghilterra dopo l’esito sorprendente del referendum sulla Brexit hanno fatto i conti con uno scenario ancora peggiore di quelli investiti in titoli azionari, con ben 2,2 miliardi di dollari in uscita dai bond. Si tratta della somma più alta su base settimanale da giugno del 2015.
Il flash crash della sterlina di una settimana fa ha sicuramente avuto un peso sulla psiche degli investitori, accelerando il processo di rotazione in uscita dai bond e dalle Borse europee (segui live blog), che si protrae da mesi. La valuta britannica ha perso il 17% contro il dollaro Usa e il 15% contro un paniere di valute rivali.
“Più ci avviciniamo al concretizzarsi della Brexit e arrivano le date dal governo britannico, più la gente incomincia a scontare l’abbandono di Londra, e questo si riflette nell’andamento della sterlina”, commenta al Financial Times Andrew Lee, che lavora nell’ufficio di investimenti di UBS Wealth Management.
“La Brexit incomincia a fare sentire il suo peso nella mente degli investitori”.
La comunità degli investitori teme inoltre un rialzo dei rendimenti dei bond un fenomeno da dare per scontato nel caso in cui le banche centrali dovessero iniziare ad adottare una strategia di uscita dalle misure eterodosse di allentamento monetario. In particolare i trader per la prima volta si chiedono quando la Bce ridurrà o interromperà veramente il suo programma di Quantitative Easing.