Il nuovo assegno unico per i figli, che andrà a sostituire le detrazioni in busta paga attualmente vigenti, entrerà in vigore a partire dal marzo 2022. Uno slittamento di due mesi rispetto alle tempistiche previste in precedenza, per dare più tempo ai lavoratori di ottenere la certificazione reddituale/patrimoniale Isee, necessaria per richiedere il bonus all’Inps.
Le nuove tempistiche sono state confermate da fonti governative al Sole 24 Ore e ad Avvenire. Fino al prossimo marzo, dunque, rimarranno in essere le detrazioni fiscali attualmente vigenti e gli assegni familiari per i lavoratori dipendenti, così come il sostegno temporaneo per gli autonomi.
Gli attuali percettori dei benefici, in particolare i lavoratori dipendenti, avrebbero potuto subire per alcuni mesi un impatto negativo in busta paga nella fase di passaggio dal vecchio sistema di sussidi a quello nuovo: è un’eventualità che questa transizione prolungata dovrebbe scongiurare, offrendo più tempo per presentare all’Inps i documenti necessari per l’ottenimento dell’assegno.
Assegno unico, a chi spetta e con quali importi
Tutti i nove milioni di nuclei famigliari con figli a carico fino ai 21 anni sono interessati dalla misura che, ha affermato la ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità, Elena Bonetti, “aumenta del 50% la spesa pubblica per la famiglia”. L’obiettivo del nuovo assegno, previsto nel Family Act, è di incoraggiare la natalità, nonché l’occupazione femminile.
La certificazione reddituale/patrimoniale è direttamente coinvolta nella determinazione degli importi ricevuti mensilmente per ciascun figlio:
- Importo massimo, sotto i 15mila euro di Isee: 175-180 euro mensili (250-260 dal terzo figlio in poi)
- Importo minimo, il valore dell’assegno diminuisce gradualmente fino ai 40mila euro di Isee, oltre i quali si ottengono: 40-50 euro mensili a figlio
La presentazione della documentazione necessaria potrà avvenire dal prossimo gennaio.