Economia

Assicurazioni: 40 anni di regali allo Stato

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ROMA (WSI) – Da Repubblica a Panorama è stata una generale levata di scudi con espressioni del tipo “Irpef più cara per sei milioni d’italiani”, “risparmiatori trattati come mucche da mungere” ecc. Né sono state da meno le cosiddette associazioni di consumatori.

Motivo di tanto sdegno è una delle misure per compensare l’abolizione dell’Imu sulle prime case. Cioé le limitazioni per il 2013 e ancor più per i prossimi anni alla detraibilità fiscale di alcune polizze. La decisione sarà
anche criticabile per quelle per il caso di morte, l’invalidità e simili. Ma
chi ha a cuore i risparmi degli italiani (e non i guadagni degli assicuratori)
può solo essere contento.

Sono quasi quarant’anni che l’Erario aiuta le compagnie d’assicurazione a rifilare polizze pseudo-previdenziali, all’inizio allegramente deducibili dall’Irpef, poi detraibili; e tali rimaste anche dopo la riforma della materia in vigore dal 2001, purché sottoscritte prima. Siamo di fronte a un caso di elusione fiscale, deprecabile sino dall’origine. Un regalo agli assicuratori e uno specchietto per le allodole per i risparmiatori.

Neanche ora il governo ha avuto il coraggio di dare un taglio netto, ma almeno ha ridotto il favore ai minimi termini: rimarrà un 19% di 230 euro. Una miseria: 44 euro l’anno.

Milioni d’italiani esitano a interrompere i versamenti di polizze anche trentacinquennali, dissuasi dagli assicuratori e da tanti sedicenti esperti, complici dell’industria del risparmio gestito, che spergiurano che non converrebbe.

Questa è l’occasione buona per smettere di versare soldi in polizze
non trasparenti, rischiose e soprattutto di regola non convenienti. Finte assicurazioni non inutili, bensì dannose.

Anziché sbraitare perché qualche risparmiatore è indotto a svincolarsi dalle grinfie degli assicuratori, meriterebbe piuttosto chiedere l’eliminazione di una palese ingiustizia tributaria del settore. Infatti azioni e obbligazioni danno diritto al ricupero fiscale delle perdite, noto anche come credito d’imposta sul capital gain. Perché tale compensazione è negata ai tantissimi italiani che ci hanno rimesso, ci rimettono e ci rimetteranno con la previdenza integrativa?

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