ROMA (WSI) – Dal Decreto Sviluppo di Passera al Decreto Ripresa di Zanonato. Dev’esserci qualcosa che non va nei provvedimenti per le liberalizzazioni varati nell’ultimo periodo, se è necessario tornarci su a distanza di pochi mesi. I consumatori, sui quali peraltro pende la spada di Damocle dell’aumento dell’Iva, sperano che sia la volta buona per risparmiare sulle maggiori spese ordinarie, dalle assicurazioni auto all’energia.
Proprio elettricità e gas sono finite nel mirino del dicastero dello Sviluppo Economico, che cercherà nelle prossime settimane di trovare il modo per abbasssare l’incidenza delle diverse componenti di costo sul prezzo finale delle bollette. Per le assicurazioni, invece, si seguirà il solco già tracciato (ma non ancora interamente percorso) dal precedente Decreto Sviluppo. Il Consiglio di Stato ha infatti approvato le linee guida per i contratti base, la cui implementazione dovrebbe aggiungersi alla dematerializzazione dei tagliandi Rca e alla mano libera per gli agenti plurimandatari.
Non solo liberalizzazioni però. Visto che i tempi stringono e le alleanze di Governo potrebbero non essere sempre stabili, Zanonato starebbe pensando a un unico decreto, che contenga anche norme per la semplificazione burocratica e per gli sgravi sul lavoro, tanto attesi dalle imprese. Per questo motivo, sono al lavoro anche il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi e, ovviamente, quello dell’Economia Saccomanni.
Nel pacchetto dovrebbero così vedere la luce quegli interventi in materia di edilizia e sicurezza sul lavoro, di cui già Patroni Griffi si era occupato durante la scorsa legislatura. Inoltre, si provvederà a dar vita a incentivi per l’internazionalizzazione delle imprese, le quali dovrebbero beneficiare anche dell’alleggerimento della zavorra fiscale e contributiva.
Altro capitolo, non meno importante e strettamente connesso con la possibilità di abbassare i costi dei servizi per i consumatori, è quello delle infrastrutture. Il Governo vorrebbe acquisire, di concerto con l’Antitrust, maggior potere decisionale rispetto agli enti locali che spesso frappongono interessi minori alla realizzazione di grandi impianti.
L’obiettivo finale non è, come sarebbe facile pensare, la solita Tav, ma ancora una volta l’energia: bisogna sbloccare i cantieri del collegamento sottomarino fra la penisola e la Sicilia, per far scendere il prezzo dell’energia che sull’Isola costa ora circa 20-30 euro in più al megawattora; e costruire il rigassificatore di Livorno.
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