Tutti dovremmo pensare al nostro futuro, perché è là che dovremo passare il resto della nostra vita.
Queste le parole di C. E. Kettering, ingegnere statunitense nonché inventore. Occuparsi del proprio futuro significa pensare a proteggere noi stessi e i nostri cari quando inevitabilmente non ci saremo più.
Italiani sottoassicurati: i motivi
La parola d’ordine in tal caso è assicurarsi, proteggersi da eventi che possono accedere tra un istante o domani. Tuttavia in Italia solo un italiano su quattro è protetto dagli infortuni e solo 6 su 100 sono assicurati con una polizza temporanea caso morte. Cosa frena gli italiani ad assicurarsi?
Prova a spiegarlo Andrea Carbone, economista e partner si Progetica, secondo cui le ragioni sono tante:
“Cultura, fatalismo, speranza nel welfare pubblico e sfiducia nelle assicurazioni ma anche mancanza di risorse e difficoltà a investire denari per qualcosa che non si vede.
Assicurarsi non è una prerogativa dei più anziani ma anche in giovane età si deve pensare al proprio futuro, ogni fase e momento della nostra vita comportano diverse strategie di protezione. La consulente certificata Carrie Schwab-Pomerantz, leader della Schwab Community Services ha individuato le assicurazioni imprescindibili in ogni fase della vita.
Ci sono almeno due polizze assicurative che è opportuno considerare in relazione alla propria fase della vita. La prima di queste è l’assicurazione sulla vita, la seconda è quella sulla la disabilità. “Ad esempio, una volta cresciuti i bambini, potresti non aver bisogno di un’assicurazione sulla vita a meno che tu non abbia altre persone a carico che fanno affidamento su di te o se possiedi un’attività”, spiega Schwab-Pomerantz.
Secondo gli esperti inoltre all’età di 30 anni sono trele polizze assicurative da prendere in considerazione: salute, casa e vita.
Carbone in ogni caso sottolinea quanto sia importante assicurarsi, visto che la protezione ci aiuta a realizzare i nostri sogni, lasciandoci più liberi di progettare il futuro e occuparsi ci cose più piacevoli.
La protezione, in definitiva è una sorta di “attivatore” di nuove possibilità: privarsi di poco, ovvero il premio assicurativo per non doversi privare di molto, il danno che mi può accadere.
Per ulteriori approfondimenti si rinvia al Dossier “Vivere sicuri” pubblicato sul magazine Wall Street Italia di gennaio 2020.