Altro che ripresa. Il sistema economico italiano continua a perdere terreno e “non riesce ancora ad emergere dalle criticità che lo attanagliano ormai da anni”. Questo in sintesi il messaggio Federconsumatori e Adusbef che, all’indomani delle ultime previsioni dell’ISTAT sul Pil, le ha definite “decisamente troppo rosee”.
“L’Istituto di Statistica parla di “prospettive di miglioramento dell’attività economica per i prossimi mesi” ma si tratta di una deduzione che non riteniamo possa corrispondere alla realtà” sottolinea Lanutti in una nota in cui si legge ancora:
I dati parlano chiaro: dal 2012 ad oggi la domanda interna ha subito una contrazione del -10,8% (pari ad una minore spesa di circa 76,7 miliardi di Euro) e le famiglie, a causa dell’elevatissimo tasso di disoccupazione, sono costrette a farsi carico di figli e nipoti senza lavoro, con una spesa di circa 450 Euro al mese.
Per le associazioni dei consumatori, negli ultimi mesi sono stati sì riscontrati alcuni segnali incoraggianti ma questi stessi dati sono ancora troppo incerti, discontinui e altalenanti per poter essere considerati come evidenze di uscita dalla crisi.
“Non bastano dei valori positivi sparsi qua e là per poter cantare vittoria e inneggiare alla ripresa” – hanno dichiarato Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef, che concludono: “E’ necessario imprimere una svolta e guardare avanti, puntando con decisione verso lo sviluppo e intervenendo per rilanciare il mercato occupazionale. Ribadiamo l’urgenza di un Piano Straordinario per il Lavoro che preveda opere di modernizzazione delle infrastrutture, di valorizzazione dell’offerta turistica e di messa in sicurezza antisismica nonché investimenti per innovazione e ricerca”.
Ricordiamo che, nell’ultima nota mensile, pubblicata questa settimana, l”Istat ha sottolineato che “In Italia si rafforza la ripresa del settore manifatturiero a cui si associano il miglioramento del potere d’acquisto delle famiglie e l’incremento degli investimenti. L’indicatore anticipatore segnala il proseguimento dell’attuale ritmo di crescita dell’attività economica”.
L’Istat vede anche un miglioramento per i prossimi mesi:
“A gennaio l’indice del clima di fiducia dei consumatori ha segnato una diminuzione legata al peggioramento del clima economico e il clima futuro, solo in parte attenuato dal miglioramento del clima personale e corrente. La fiducia delle imprese è migliorata in tutti i principali comparti a eccezione del commercio al dettaglio. L’indicatore anticipatore segnala prospettive di miglioramento dell’attività economica per i prossimi mesi”.
Nel terzo trimestre 2016, i consumi delle famiglie italiane sono aumentati dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, favoriti dall’incremento del reddito disponibile e del potere di acquisto. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 9,3%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.
Segnali che, come dicevamo, non soddisfano le associazioni dei consumatori:
“Il problema è che i miglioramenti da zero virgola non sono sufficienti“, osserva Massimiliano Dona, il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Fino a che i consumi delle famiglie italiane salgono solo dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, le retribuzioni crescono in un intero anno di un misero 0,6% e l’occupazione si limita a restare stabile, o addirittura cala per gli occupati dipendenti a tempo indeterminato, è chiaro che l’attività economica resta al palo e non decolla in modo adeguato per affrontare i problemi del Paese”.