Roma – I risultati dell’asta italiana alimentano nuovi timori sulla capacità dell’Italia di far fronte ai rialzi continui dei costi di finanziamento. Il Tesoro ha collocato oggi titoli di stato per 14,5 miliardi di euro complessivi; precisamente, sono stati emessi: Ctz a scadenza nel 2013 per 3,5 miliardi di euro, e Bot a sei mesi o a 182 giorni, per 8 miliardi di euro; infine , sono stati venduti titoli a 76 giorni, per un valore di tre miliardi di euro, e al rendimento all’1,808%. In quest’ultimo caso, buona la domanda, con il bid to cover che è aumentato a 2,69 contro il rapporto a 1,86 dello scorso 12 settembre.
L’emissione ha messo in evidenza il forte balzo dei rendimenti rispetto alle aste precedenti, nel caso dei Ctz e dei Bot. I rendimenti dei Bot a sei mesi sono aumentati infatti al 3,071% , al massimo dal settembre del 2008, contro il 2,14% precedente: l’aumento è stato dunque di quasi 100 punti base. Il bid-to-cover è migliorato a 1,74, contro l’1,66 dell’emissione di agosto.
Nel caso dei Ctz, i rendimenti sono saliti al 4,511%, dal 3,41% dell’ultima asta, al massimo dal luglio del 2008. Anche in questo caso, dunque, è stato sostenuto il rialzo degli yield. E’ peggiorato inoltre il bid-to-cover, sceso da 1,94 a 1,57.
Positivo comunque il giudizio degli analisti di Unicredit, che parlano di una domanda che complessivamente è stata buona, e che dunque “dà un segnalare positivo riguardo all’appetito degli investitori per i titoli italiani”.
Con un debito di 1.900 miliardi di euro (più di quelli della Spagna, della Grecia, dell’Irlanda e del Portogallo combinati), l’Italia continua a essere vulnerabile verso un qualsiasi rialzo dei costi di finanziamento. Il paese fa fronte ancora ad altre emissioni, del valore di 55 miliardi, di euro entro la fine dell’anno.
Intanto, subito dopo l’asta, i rendimenti a dieci anni si attestano al 5,5553%, lo spread BTP/Bund è sotto controllo a 367 punti, il rischio Italia è a 474. Situazione sotto controllo, così sembra, ma è importante segnalare che il calo recente degli spread si motiva soprattutto con le prese di profitto che stanno colpendo il Bund tedesco: prese di profitto che si traducono in un calo del valore dei Bund, in un rialzo contestuale dei rendimenti a dieci anni tedeschi e dunque in un restringimento del differenziale.
Se poi si guarda al paragone con la Spagna, si nota che in questo caso i rendimenti decennali sono decisamente inferiori rispetto a quelli italiani, al momento oscillano infatti al 5,043%.
Vale la pena a tal proposito fare un paragone tra Italia e Spagna , in quanto anche il paese iberico oggi ha emesso nuovi titoli di stato.
Di fatto, la Spagna ha emesso titoli per 3,22 miliardi di euro, poco al di sotto del target massimo stabilito. Anche in questo caso i rendimenti sono saliti. Gli yield dei titoli a tre mesi sono stati collocati infatti all’1,692%, contro l’1,357% di agosto, mentre i titoli a sei mesi sono stati emessi a un rendimento del 2,665%, contro il 2,187% precedente.
Forte calo della richiesta dei bond a tre mesi, con il rapporto bid-to-cover che è scivolato a 2,47, contro il 7,62 dello scorso mese, mentre i bond a sei mesi hanno visto il bid-to-cover salire al 3,95, contro il 3,60% precedente.