Dopo le indiscrezioni degli scorsi giorni, Salini Impregilo ha presentato la sua offerta per rilevare il gruppo Astaldi. La proposta del gruppo di costruzioni guidato dall’ad Pietro Salini è di un aumento di capitale per 225 milioni, per il 65% del capitale post aumento di una società “sostanzialmente esdebitata”. L’offerta, se sarà recepita da Astaldi, informa la società, sarà a supporto della propria proposta di “continuità diretta” con cui Astaldi richiederà l’ammissione alla procedura di concordato preventivo.
Come specificato, l’offerta è subordinata al “contributo di coinvestitori di lungo periodo” e “alla disponibilità delle banche di concedere linee di credito” ad Astaldi. L’operazione, spiega Salini Impregilo in una nota, si configura come “un’operazione di sistema volta anche a consolidare il settore delle grandi opere e delle costruzioni”.
Scadeva oggi il termine per evitare l’amministrazione straordinaria di Astaldi e, dopo che il gruppo giapponese Ihi si era defilato, da giorni si rincorrevano rumors sui dettagli dell’offerta che Salini Impregilo avrebbe presentato. Sui tempi di realizzazione della potenziale operazione, non è possibile quindi fare una previsione puntuale ma indicativamente l’attesa è entro il primo semestre del 2020.
La proposta concordataria Astaldi, come ribadisce la società, “è soggetta ad ammissione da parte del Tribunale, a successiva approvazione da parte della maggioranza dei creditori, nonché ad omologa dello stesso Tribunale nel contesto della procedura concorsuale”.
Salini Impregilo spiega che il suo supporto al piano concordatario di Astaldi:
“Rappresenta un’opportunità per creare uno dei maggiori operatori globali con un portafoglio commesse Epc combinato di circa 33 miliardi e oltre 45 mila dipendenti”.