ROMA (WSI) – Alta tensione tra la Grecia e la Germania. Dopo l’ennesimo fallimento della ennesima e sicuramente non ultima riunione (sulla tragedia greca) dell’Eurogruppo, dopo la minaccia del ministro della Difesa Panos Kannemos di inondare l’Eurozona di milioni di migranti (e nel caso in cui ci dovessero essere anche terroristi dell’Isis la colpa sarebbe dell’Europa intera) – arriva il suggerimento del ministro greco della Giustizia, Nikos Paraskevopoulos, di confiscare le proprietà tedesche presenti in Grecia, al fine di ricevere un risarcimento per i danni sofferti durante la Seconda Guerra Mondiale, durante l’occupazione dei nazisti, dalla Germania.
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Berlino è stata già chiara e anche su questo punto la sua risposta è stata nein. Ma nelle ultime ore il premier Alexis Tsipras è sbottato di nuovo. Parlando in occasione di un dibattito parlamentare, il premier ha accusato la Germania di utilizzare “trucchi legali” per non risarcire i danni che ha causato alla Grecia durante la Seconda Guerra Mondiale.
“La Germania non ha mai risarcito in modo appropriato il danno provocato alla Grecia dall’occupazione nazista – ha detto Tsipras, stando a quanto riportato da Reuters – Dopo la riunificazione della Germania nel 1990, sono state create le condizioni legali e politiche affinché questa questione venisse risolta. Ma, da allora, i governi tedeschi hanno scelto il silenzio, i trucchi legali, e la via del posticipare”.
Tsipras ha continuato, affermando che i crimini perpetrati dai nazisti sono “ancora vividi” e che la Grecia “ha l’obbligo morale di ricordare quello che le forze (tedesche) hanno fatto al paese”.
A un certo punto del dibattito, ha preso la parola il ministro della Giustizia Paraskevopoulos, che ha appunto parlato, stando a quanto riporta il quotidiano tedesco Der Spiegel, della possibilità di confiscare gli asset tedeschi presenti in Grecia.
Berlino ha detto giù in passato di aver onorato tutti i suoi debiti di guerra. Per esempio, la Germania pagò 115 milioni di marchi (corrispondenti a 59 milioni di euro) alla Grecia nel 1960, stando a quanto riporta Reuters.