ROMA (WSI) – La Grecia rimborsa la tranche di debito erogata dall’Fmi per un valore di 450 milioni di euro e riesce a scampare di nuovo il pericolo default. D’altronde, proprio ieri Atene ha raccolto 1,14 miliardi di euro attraverso l’emissione di titoli del Tesoro con scadenza a sei mesi.
Sullo sfondo, non c’è ancora alcun accordo tra la Grecia e i suoi creditori riguardo al processo di riforme del paese (precondizione per ricevere altri finanziamenti stabiliti dal bailout).
I viceministri delle Finanze della zona euro hanno dato ad Atene sei giorni lavorativi per presentare nuove proposte di riforma con l’obiettivo di giungere a un accordo all’Eurogruppo del 24 aprile e sbloccare nuovi finanziamenti.
Il ministro delle finanze Yanis Varoufakis non fa nulla per nascondere la propria frustrazione, mettendo in evidenza anche una caratteristica culturale del popolo greco: quella di vedere nel semplice termine “riforma” qualcosa di sporco. “La riforma è una parola che risuona in Grecia come la parola democrazia in Iraq. la riforma è una brutta parola in Grecia. Chi sente la parola riforma in Grecia, pensa subito che la propria pensione sarà tagliata. Nel caso delle piccole aziende, si pensa che l’Iva sarà aumentata. Dobbiamo resistituire al termine riforma una buona accezione. La Grecia deve tornare a essere una società che possa essere riformata.
Varoufakis parla in occasione di una conferenza presso il New Economic Thinking dell’Ocse, a Parigi, manifestando la speranza che l’Eurozona ponga fine alla tendenza “tossica” di mettere i paesi uno contro l’altro. E affermando che la crisi dell’Eurozona è sempre stata inevitabile. Riguardo ai negoziati con i creditori, che non stanno portando a niente, il ministro si riferisce all’intenzione del governo di creare una bad bank per i crediti non performanti in modo tale da tornare a canalizzare il flusso dei crediti nel sistema finanziario.
Intanto, di nuovo, la Bce ha alzato il limite sui fondi di emergenza ELA: (liquidità della Banca centrale del paese a cui le banche greche possono accedere). Stavolta, stando a quanto ha riferito una fonte bancaria a Reuters, il limite è stato alzato di 1,2 miliardi di euro, fino a 73,2 miliardi di euro. “La Grecia ha ricevuto l’aumento che aveva chiesto”, ha commentato la fonte, che ha optato per l’anonimato.
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(Lna-DaC)