BRUXELLES (WSI) – L’impatto umano di un attentato terroristico è difficile da misurare, ma quello economico si può preventivare e ed è scoraggiante. L’economia dell’area euro resta molto fragile e gli attentati di Parigi rischiano di avere un impatto negativo sulla seconda potenza dell’area, la Francia.
Nel caso francese, il cui Pil è cresciuto dello 0,3% nel terzo trimestre dopo sei mesi di crescita zero, gli analisti citano pericoli per il business di compagnie aeree e turistiche, ma in generale anche per i consumi e gli investimenti nel paese.
Gli ultimi eventi di geopolitica, poi, rischiano di compromettere quel poco di fiducia ritrovata tra gli investitori. L’avvertimento e le preoccupazioni, condivise da diversi analisti, vengono dal numero due della Bce, Vitor Costancio.
L’Eurozona nel suo complesso ha registrato un’espansione delle attività dello 0,3% nel terzo trimestre, più modesta di Stati Uniti e Regno Unito (+0,5%).
Intanto non se ne vanno le pressioni al ribasso sul fronte dei prezzi al consumo. I cittadini del blocco a 19 rimandano l’acquisto di beni non primari e il continuo calo del greggio tiene a guinzaglio l’inflazione. L’indice dei prezzi al consumo è di appena lo 0,1%, secondo i dati appena pubblicati. In Italia si è attestato allo 0,3%.
L’inflazione depressa è uno dei motivi principali per cui la Bce si sente con le mani libere per poter potenziare preso il Quantitative Easing (QE), il programma di acquisto di titoli di Stato e rivedere al ribasso tassi di deposito già negativi (al -0,2%). L’obiettivo stabilito dalle autorità per l’inflazione nell’area della moneta unica rimane lontanissimo.
Nonostante il rialzo timido, il dato odierno rappresenta comunque una variazione positiva rispetto al dato sotto lo zero registrato a settembre. I valori medi dell’area euro sono ben lontani dagli obiettivi della Bce che inquadra la “stabilità dei prezzi” in un caro vita vicino al 2%.