Il più grande attacco informatico mai inflitto a un’infrastruttura petrolifera sta impattando da venerdì scorso l’andamento del prezzo del petrolio e influenzando la fornitura di greggio nella costa sudorientale degli Stati Uniti.
Dopo l’attacco ransomware al Colonial Pipeline, il governo federale ha varato una legislazione di urgenza che allenta le regole sul trasporto di carburante su strada e che consente ai conducenti di lavorare extra orario nel trasporto di prodotti petroliferi raffinati (in 18 stati).
In seguito a quest’ultima notizia il barile Wti ha preso una traiettoria discendente e attualmente è in calo dello 0,69% a 64,46 dollari (ore 17 e 15).
“A meno che la situazione non si risolva entro martedì [domani, Ndr.], sono grossi guai” in quanto molto carburante è rimasto bloccato nelle raffinerie del Texas, ha dichiarato alla BBC l’analista indipendente Gaurav Sharma. “Le prime aree ad essere colpite sarebbero quelle di Atlanta e il Tennessee, poi l’effetto domino arriverebbe fino a New York”.
Oleodotto Usa, a rischio forniture negli Usa
L’oleodotto Usa Colonial Pipeline trasporta 2,5 milioni di barili al giorno, pari al 45% della fornitura della costa orientale di diesel, benzina e carburante per aerei. A colpirlo sarebbe stata un’organizzazione criminale nota come DarkSide, che avrebbe lanciato un cyber attacco finalizzato all’estorsione.
“Almeno a quel che posso ricordare, è la prima volta che assisto ad un cyber attacco ad una infrastruttura petrolifera come uno degli oleodotti più importanti al mondo per dimensioni, la rete del Colonial Pipeline”, ha commentato a La Presse il presidente di Federpetroli Italia, Michele Marsiglia, “parliamo di circa 9mila chilometri di pipelinse, potremmo paragonarlo quasi al nostro TAP. In queste ore anche i greggi subiranno delle forti scosse di volatilità, principalmente il Wti greggio di riferimento Usa e ci saranno forti operazioni di approvvigionamento di greggio sui mercati finanziari attraverso carichi spot per soddisfare momentaneamente il fabbisogno delle coste americane”.