Roma torna al centro delle cronache dopo l’attentato di questa notte nel cuore della Capitale, in Via Palermo.
A poche ore dall’allarme per i terroristi che volevano usare il ferrocianuro contro l’ambasciata statunitense, una forte esplosione ha mandato in frantumi cassonetti, auto, motorini e vetrine. Il luogo dell’esplosione è vicino al Ministero degli Interni e a poca di stanza dalla sede dei Democratici di Sinistra.
Le poche testimonianze parlano di tre giovani fra i 20 e i 25 anni, di pelle chiara, apparentemente italiani, che sono stati visti correre via dopo la deflagrazione.
L’esplosione è stata forte, “ma si pensa a un atto dimostrativo – ha detto il prefetto di Roma Emilio Del Mese – anche per l’ora scelta. Le modalità sembrerebbero quelle di un atto che volesse essere soltanto un segnale o qualcosa del genere”.
Finora l’attentato non è stato rivendicato, ma tra le prime ipotesi si parla del Nipr, il Nucleo di iniziativa rivoluzionaria proletaria.
“Un gravissimo atto compiuto contro il luogo simbolo della sicurezza dello Stato e dei cittadini” queste le parole usate dal ministro dell’Interno Claudio Scajola appena giunto sul luogo dell’esplosione. Per il sindaco di Roma Walter Veltroni “si è passati dalle parole ai fatti”.