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(WSI) – Per gli investitori di Google potrebbero arrivare tempi duri. La compagnia del principale motore di ricerca di Internet oltre a essere stata sopravvalutata è circondata da numerosi concorrenti trascurati dalla maggior parte degli operatori di Wall Street. Ultimamente le performance di Google non sono state fantastiche.
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Il 20 gennaio il titolo ha realizzato il più consistente ribasso di sempre, perdendo addirittura l’8,5% a 399,46 dollari, dopo che il dipartimento di giustizia americano ha citato in giudizio la società perché si era rifiutata di trasmettere informazioni sulle ricerche online di carattere pornografico. Il 18 gennaio, invece, giorno in cui tutto il comparto tecnologico aveva subito delle pesanti perdite sul Nyse, le azioni erano scese del 4,8 per cento. In quell’occasione gli analisti di Standard and Poor’s avevano declassato il titolo da hold a sell. E io ero d’accordo loro.
Google è certamente un’azienda brillante e con un gran futuro davanti a sé, ma la storia della concorrenza ci insegna che prima o poi anche il più grande colosso è destinato a non poter conseguire per sempre risultati eccellenti. È solo questione di tempo. Si pensi a Cisco negli anni Novanta. Durante i suoi giorni di gloria, erano poche le compagnie così affascinanti come il produttore americano di telecom equipment. Il 27 marzo 2000, la quotazione di Cisco raggiunse 82 dollari, il valore più alto di sempre. Un amico mi chiese se fosse il caso di acquistare delle azioni. Gli dissi di non farlo perché il titolo era stato sopravvalutato. Decise di comprare lo stesso e la mossa gli costò parecchio. In quei giorni, infatti, iniziò il declino. Negli ultimi sei mesi ha addirittura oscillato tra 16 e 19 dollari.
Ritornando alla società di Sergey Brin e Larry Page, c’è un elemento in particolare che va preso in considerazione: la concorrenza è sempre più agguerrita. Secondo Phil Remek di Guzman, una banca di investimento che ha sede in Florida, Google col tempo dovrà confrontarsi con un numero sempre maggiore di competitori e la vertiginosa crescita degli utili potrebbe non poter far più leva sull’attività core, vale a dire la ricerca di informazioni. Un giorno ho digitato proprio su Google le parole «motore di ricerca» e sono apparsi ben 193 milioni di link.
Tra le società attive nel comparto tech, Microsoft è sicuramente quella che gradualmente potrà portare via a Google notevoli quote di mercato. Prodotti come Google Earth e il nuovo motore di ricerca delle news sono stati progettati in maniera molto accurata, ma sono convinto che non costituiranno una grande fonte di utili. Non è bello fare il guastafeste a una compagnia così brillante, soprattutto quando grazie a un ritmo di crescita che sfiora il 30% annuo sta fruttando un sacco di soldi ai suoi investitori. Non sto dicendo che Google non avrà lunga vita: in un mercato così volatile è comunque molto pericoloso focalizzare la propria attenzione su un solo titolo. Diversificare dev’essere sempre la parola chiave.
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