ROMA (WSI) – Focus sul CBOE Volatility Index (VIX), noto come l’indice che meglio riesce a monitorare la paura presente sui mercati, balzato +36% al di sopra di quota 19, nella sessione di ieri, complici i timori sul destino della Grecia, ma anche di Portorico.
“L’indice VIX continua a salire, confermando che gli investitori stanno raggiungendo una ‘Crisi di Paura – ha commentato in una nota Peter Cardillo, responsabile economista presso Rockwell Global Capital – Questo elevato livello di volatilità potrebbe autoalimentarsi, minacciando dunque i principali livelli di supporto (degli indici).
L’indice è di fatto balzato da valori estremamente bassi, indicando un livello storico di compiacenza. Di norma, quando la paura e la volatilità sono basse, ci sono poche opportunità rimaste sui mercati e gli investitori sono pronti a rischiare. In questa fase, si assiste a scommesse sempre più rischiose, e gli investitori perdono la percezione del pericolo, tutti presi dalla caccia ai rendimenti.
Ma ci vuole ben poco perché la percezione del rischio si trasformi da compiacenza a estrema avversione al rischio, e ciò può avvenire anche molto velocemente. E qualche analista fa notare che non è la recessione che porta i mercati a scendere, ma è il cambiamento del trend dei mercati verso il basso che può essere considerato come un indicatore di recessione economica. Questo perchè i mutamenti in atto nella finanza, in gran parte virtuali, accadono con una velocità ben superiore a quelli in corso nell’economia reale”. (Lna)