BERLINO (WSI) – L’Audi ha abbandonato il piano di vendita del marchio italiano Ducati. A renderlo noto l’ad del gruppo automobilistico tedesco Rupert Stadler parlando ai giornalisti.
“I passi per ridurre i costi di 10 miliardi di euro (11,8 miliardi di dollari), smaltire la burocrazia e approfondire i legami con il marchio di proprietà Volkswagen Porsche stanno gradualmente aumentando il nostro margine finanziario e organizzativo per il riallineamento strategico. Non c’è quindi alcuna necessità economica di vendere Ducati. Posso assicurarvi che Ducati appartiene alla famiglia Audi ed è la perfetta attuazione della nostra filosofia premium nel mondo delle moto”.
Volkswagen aveva dato mandato alle banche di valutare le opzioni di cessione per Ducati e Renk all’inizio di quest’anno, al fine di diventare più agile nel passaggio verso le auto elettriche a seguito dello scandalo dieselgate. Ma il progetto era già in una fase di stallo durante l’estate quando i potenti sindacati di VW, sostenuti dalle famiglie controllanti Porsche-Piech, si erano opposti alla necessità di vendere.
Gli investitori e i potenziali acquirenti Ducati si aspettano tuttavia che la Volkswagen possa cambiare idea e alla fine optare per vendere l’attività che ritengono di minore importanza strategica.
Audi, proprietaria della Ducati e del supercar italiano Lamborghini, ha registrato il mese scorso un risultato operativo e ricavi in crescita nei primi nove mesi, grazie anche alla crescente domanda di auto nei mercati dell’Europa occidentale e degli Stati Uniti. Stadler ha detto che, pur spingendo il costoso passaggio a tecnologie autonome e a emissioni zero, la redditività della divisione Ducati e il lucrativo marchio Lamborghini sono diventati sempre più importanti.
Stadler ha detto anche che Audi spenderà quasi mezzo miliardo di euro nei prossimi otto anni per formare il personale per l’era digitale, al fine di sviluppare e assumere esperti come app-designer automotive e specialisti di robotica automotive. Per contenere i costi però la casa automobilistica vuole mantenere stabile il numero di dipendenti, almeno nei prossimi 2-3 anni, anche se prevede di avere più di 20 veicoli elettrici da immettere sul mercato entro il 2025 e spinge così sui servizi di mobilità digitalizzati.