Il mercato digitale non fa altro che crescere, e in settori come audiolibri e podcast aziende come Spotify si trovano praticamente ai vertici. Sempre più persone acquistano audiolibri e ascoltano podcast anche a pagamento, così come sempre più consumatori e aziende si affidano ai social per le loro attività. Un trend che porterà solo il mercato dei audiolibri a decuplicare il proprio valore in meno di un decennio.
Da qui l’interesse di Spotify a voler mostrarsi generosa, con un “regalo” fatto apposta per i propri utenti Premium, anche se limitato solo ad alcuni paesi. Un tipo di offerta che fa intendere come alla fine quel che importa è individuare nuovi prodotti o servizi, anche se questo comporta ulteriori costi aggiuntivi. Un po’ come sta facendo Meta. Proprietaria di Facebook, Instagram e Whatsapp, anche lei vuole far un doppio profitto dai propri utenti, anche se con una strategia diversa.
Audiolibri, l’offerta “regalo” di Spotify
Spotify ha raggiunto diversi traguardi nell’ultimo anno. Come riporta David Kaefer , VP of Business Affairs and the Audiobooks Business di Spotify, oltre il 70% dei libri presenti su Spotify nella sezione audiolibri si trova nel prestigioso elenco dei bestseller del New York Times. E così anche nel settore dei podcast, su cui Spotify guadagna all’incirca 414 milioni di dollari nel 2023 (dati Statista), con una recente crescita sul piano dell’advertising del 30%.
Forse per festeggiare questo successo ha voluto coccolare i propri utenti Premium, ovvero coloro che pagano 10,99 euro al mese, con un’offerta “regalo”: oltre 15 ore di audiolibri in omaggio tra oltre 150.000 opzioni ogni mese, come riporta NewsRoom. Al momento non c’è in Italia questa proposta, è disponibile negli Stati Uniti, in Canada, Irlanda, Australia e Nuova Zelanda. Per intenderci, gli abbonati Individual o dei piani Duo o Family si ritrovano ora con un monte mensile di 15 ore per ascoltare audiolibri. Niente costi aggiuntivi o aumenti: al massimo, se finisce l’offerta di 15 ore, gli utenti possono acquistare una “ricarica” da 10 ore.
È un tipo di marketing che non poteva non garantire un successo del genere per Spotify. Soprattutto sul piano prettamente finanziario, come si può evincere dai dati del secondo quadrimestre del 2023. A livello tendenziale (ovvero rispetto all’anno precedente) il fatturato totale è salito da 2,864 miliardi a 3,177 miliardi, ovvero dell’11%, mentre a livello congiunturale del 4%, partendo da 3,042 del primo quadrimestre 2023.
A livello di utili, l’azienda ha raggiunto quota 766 milioni, 62 in più rispetto al secondo quadrimestre del 2022. Forte di questo successo sembra sia dovuta alla crescita delle entrate dalle utenze gratis ma con pubblicità a carico (ad-supported), aumentate da 329 a 404 milioni (+23%) nell’ultimo quadrimestre. Indubbio è comunque l’importanza del bacino degli utenti Premium, le cui entrate sono passate da 2,504 miliardi nel 2022 a 2,773 miliardi nel 2023 (crescita dell’11%).
Il successo di Spotify, tra audiolibri e podcast
Sembra assurdo, ma stando al report di Market US riportato da Enterprise Apps Today, il mercato globale degli audiolibri varrà circa 39,1 miliardi di dollari entro il 2032. E questo partendo dai 4,2 miliardi di dollari del 2022. Praticamente si decuplicherà entro il prossimo decennio. Si prevede anche una crescita annua intorno al 25,7% e questo grazie all’aumento della produzione e della vendita grazie alle piattaforme digitali quali Audible, Apple Books, Google Play Books, tutte nate nel corso degli anni.
Secondo il report, nel 2022 a traghettare il mercato globale sono gli audiolibri sulla saggistica, le cui entrate corrispondono al 65% della quota globale annua. Il motivo del successo di questa categoria bibliografica, popolarmente considerata di nicchia, è per il target medio degli audiolibri: oltre il 78% degli acquirenti sono adulti. Contrariamente a quanto si può pensare, a generare i maggiori ricavi mondiali pari al 44% sono gli smartphone, anche grazie al potenziamento della tecnologia mobile, che ha reso le app per gli audiolibri più accessibili a tutti i telefoni: “[…] con i progressi della tecnologia, ascoltare un audiolibro è diventato più semplice che mai grazie agli altoparlanti intelligenti ad attivazione vocale come Amazon Echo o Google Home.“.
E non solo la componente tecnologica, ma anche quella sociale ha decretato il successo di questo mercato. Market US identifica uno dei motivi di questo trionfo nella comodità che offre l’ascolto del libro, e non la sua lettura: “Le persone possono ascoltare audiolibri mentre svolgono altre attività come guidare o fare esercizio.“. E questo conferma il trend mai cessato del digital entertainment, che non si limita solo alla narrativa o alla saggistica, ma anche a nuovi prodotti di consumo diversi dal semplice libro o programma radio. Come ad esempio i podcast, grazie al quale Spotify deve molto del suo successo.
Ma i servizi si “pagano” sempre
Come abbiamo visto con Spotify, la forza di questi servizi digitali è determinata da utenti gratis che accettano la pubblicità nell’inframezzo, e da chi non vuole averla ed è disposta a pagare un abbonamento mensile. Una soluzione che la stessa Meta, proprietaria di Facebook e Instagram, sta valutando per il mercato europeo: un abbonamento free-ads per Facebook e Instagram pari a 14 dollari al mese.
Una mossa fatta per arginare le nuove direttive UE, che richiedono il consenso informativo dell’utente per offrire loro delle pubblicità personalizzate secondo il suo profilo. Ma anche per trarre un doppio profitto. L’azienda al momento non nega l’accesso gratis agli utenti, purché accettino le nuove condizioni sulla pubblicità. Probabilmente l’azienda farà in modo di rendere la soluzione Premium più confortevole, e meno quella Base. Casi “peggiori” si sono visti con Netflix, che propone un abbonamento “scontato” a 5,49 euro che però non ti priva delle pubblicità, così come Amazon Prime, che vorrebbe proporre un extra di 2,99 dollari per toglierti la pubblicità dall’attuale abbonamento.