ROMA (WSI) – A dispetto dell’accordo trovato in seno all’Eurogruppo per estendere il prestito alla Grecia per altri quattro mesi, l’indice Sentix Euro-Break-up, che monitora i timori degli investitori sulla rottura dell’euro, è salito dal 24,3% al 38%. Si tratta del record in due anni.
Aumenta inoltre chi ritiene che Atene uscirà dall’euro presto; così come sale anche la probabilità di una uscita di Cipro; sullo sfondo, il sondaggio rivela che si sta erodendo la fiducia nei confronti del Portogallo e della Spagna.
Torndo all’indice sulla rottura dell’euro (EBI), i dati si riferiscono al mese di febbraio e il rialzo al 38% è il più alto dal marzo del 2013 (appunto, in due anni), anno che vide protagonista il forte nervosismo degli investitori sull’instabilità politica italiana e sulla situazione finanziaria di Cipro. Questa volta i timori sono alimentati dalla preoccupazione di uno scenario “Grexit”, tanto che l’EBI del paese sale dal 22,5% al 37,1%.
Nel caso di Cipro, l’indice EBI avanza dal 6,4% al 10,5%, attestandosi al record dal settembre del 2013.
Aumento dell’indicatore anche per il Portogallo (al 2,5%, record dal dicembre del 2013) e per la Spagna (al 2,1%, record dal marzo del 2013). In entrambi i paesi i cittadini si recheranno alle urne verso la fine dell’anno, e si teme il successo delle forze anti-austerity.
Occhio anche all’indice Sentix Contagion Risk, che invece è sceso dal 30,4% al 29% (vedi grafico, linea rossa). Ciò indica che nonostante l’evidente nervosismo, gli investitori continuano a vedere la Grecia come un caso isolato.
Tuttavia, l’aumento dell’EBI del Portogallo ha un effetto immediato. “Negli ultimi mesi abbiamo spesso messo in evidenza l’appetibilità dei bond governativi portoghesi a 10 anni, specialmente rispetto a quelli italiani – dal momento che l’EBI portoghese era inferiore a quello italiano, anche a fronte di tassi sui bond più alti”. La situazione è “chiaramente cambiata”. Di fatto, “il vantaggio dei bond portoghesi è ora quasi del tutto scomparso!”. (Lna)