A partire dal 1° gennaio 2020 potrebbe scattare l’aumento Iva come previsto dalla legge di bilancio dal 11 al 25,2% e poi al 26,5% dal 2021. A conti fatti la tassa incombe in media per 538 euro ma il conto è più salato per famiglie e imprenditori dove arriva a 857 euro.
Andando nei dettagli, chi vive in Lombardia e in Trentino Alto Adige dovrà pagare rispettivamente 658 e 654 euro. I calcoli sono quelli fatti da IlSole24Ore secondo cui se a livello territoriale a pagare di più sarebbero le famiglie lombarde e altoatesine, in termini percentuali l’aggravvio è più forte per chi risiede in Emilia Romagna con 629 euro. Il minor impatto assoluto dell’aumento Iva si avrebbe invece in Calabria con 338 euro seguita da Campania e Basilicata. A livello comunale, il conto dell’aumento pesa maggiormente nel centro delle aree metropolitane con 570 euro.
I contribuenti più colpiti dall’aumento Iva coloro che acquistano per lo più prodotti con aliquota al 22% come calzature e abbigliamento. Quelli meno colpiti invece coloro che acquistano soprattutto beni tassati al 4% come pane, verdura e pasta. Con l’aumento Iva anche per l’aliquota al 10% lieviteranno prodotti come carne e pesce e anche servizi come lavori in casa.
Secondo i calcoli del quotidiano di Confindustria, i single tra i 18 e i 34 anni pagheranno di più contro invece gli anziani quelli meno esposti, +2,37% contro +2,15 per cento. Ma il maggior rincaro pari a 743 annui colpisce le famiglie con tre o più figli. Per evitare quello che rischia di essere un vero e proprio salasso per le famiglie, il Governo dovrà mettere in campo ben 23 miliardi di euro soltanto per evitare gli aumenti nel 2020.