Roma – L’aumento dei rendimenti dei bond italiani potrebbe avere forti ripercussioni sul sistema bancario italiano. Secondo quanto riporta Bloomberg, colpiti dall’aumento dei costi di finanziamento dell’Italia, gli istituti bancari potrebbero avere difficoltà nel fronteggiare il calo degli utili, che ha già portato Unicredit e Intesa Sanpaolo a confermarsi fanalini di coda del settore, in Europa.
Secondo i dati che provengono direttamente dai due istituti, Intesa SanPaolo e Unicredit, di fatto le due banche più grandi dell’Italia, detengono circa €55,4 miliardi di debiti in scadenza nel 2012.
In un momento in cui gli investitori temono che la crisi del debito in Europa si stia allargando anche all’Italia -, che ha il debito più grande dell’Eurozona -, e con uno spread BTP/Bund che oscilla sui massimi dall’introduzione dell’euro, la situazione in cui versano le banche non è affatto confortante. Intanto l’aumento dei rendimenti si è tradotto in un incremento dei costi di finanziamento dell’1% solo a luglio.
Per le banche, l’aumento dei costi di finanziamento si traduce in una forte pressione sugli utili e in uno scenario che potrebbe costringere gli istituti a tagliare i costi e a diventare più competitive per i depositi. Un effetto potrebbe essere anche la contrazione dei prestiti, problema che stanno affrontando anche le banche spagnole.
E ora il fattore più allarmante è che i bond a 2 anni italiani hanno ormai un tasso più alto di quello spagnolo, ad indicare un maggiore rischio a breve. I rendimenti Italiani sono ormai al 3,930%, contro 3,821% di quelli iberici.
“L’allargamento dello spread tra i debiti sovrani è critico per le banche del sud – Europa”, ha scritto in una nota ai clienti Huw van Steenis, analista di Morgan Stanley. “Un deleveraging rimane l’obiettivo principale per quelle banche che fanno fronte a un alto costo del finanziamento, visto l’impatto sugli utili e sull’economia”.
Un portavoce di Unicredit, la banca più grande del paese, ha detto che l’impatto di uno spread maggiore verrà mitigato dall’accesso ad altre fonti di finanziamento, come il mercato retail e dei covered bond. Circa il 58% dei finanziamenti di Unicredit viene dall’Italia, mentre il resto dalla Germania e dall’ Austria.
“Il mercato sta dicendo alle banche italiane che le costringerà a ricorrere al deleveraging, ha commentato Simon Maughan, responsabile delle vendite e distribuzione di MF Global. Ma questa mossa richiederebbe alle banche di ridurre gli asset come i bond e i prestiti.