Si può parlare di un legame sempre più stretto tra l’auto e la tecnologia. Da tempo, infatti, le due industrie lavorano per il passaggio a sistemi complessi e basati su software. Una trasformazione che potrebbe tradursi in un valore annuo superiore a 650 miliardi di dollari a partire dal 2030. A misurare la portata di questo cambiamento che riguarda il mondo dell’auto Boston Consulting Group (BCG) e World Economic Forum (WEF) nel report ‘Rewriting the Rules of Software-Defined Vehicles.
Con una tecnologia futura su tutte: i Software Defined Vehicle. Non solo sta rivoluzionando il settore, andando incontro anche alle istanze dell’automotive full electric, ma sta facendo la fortuna di altre categorie economiche, come i fornitori di software ed elettronica automobilistica. Entro 7 anni, le auto con la SDV permetteranno di far triplicare i ricavi degli OEM e raddoppieranno il mercato dei fornitori di software ed elettronica automobilistica.
La portata del mercato delle SDV
Le SDV fanno coppia con le auto elettriche, e tutte e due giocano un ruolo chiave nel percorso di trasformazione che sta investendo il mondo dell’automotive. Se prima l’industria automobilistica e quella tecnologica erano separate, oggi il confine è sempre più sfumato, e così anche le influenze e la portata economica di entrambi i settori. Lo stesso Boston Consulting Group (BCG), in collaborazione con il World Economic Forum, ha studiato da vicino il lavoro dei leader dell’industria automobilistica, lanciando l’iniziativa Automotive in the Software-Driven Era per incentivare la collaborazione tra diverse aziende e tra pubblico e privato.
Questo progetto ha permesso a BCG e WEF di misurare la portata del cambiamento che oggi interessa il settore. Come detto BCG e Wef stimano ricavi pari a 650 miliardi di dollari entro il 2030 per l’industria dell’auto grazie ai Software Defined Vehicle. I ricavi degli OEM derivanti dalla SDV cresceranno infatti di quasi tre volte da oggi e il 2030, passando dagli attuali 87 miliardi di dollari a 248 miliardi di dollari. Anche i fornitori di software ed elettronica automobilistica vedranno raddoppiare il proprio mercato, che passerà da 236 miliardi di dollari a 411 miliardi di dollari. Lo stesso Giuseppe Collino, Managing Director e Partner di BCG, precisa come il futuro dei fatturati automobilistici deriverà dalle nuove direzioni nel campo del digital:
“I ricavi da software nei prossimi anni dipenderanno dal grado di esperienza digitale nella guida rispetto a quella meccanica. Nei prossimi anni sarà infatti possibile aggiornare il veicolo oppure acquistare dei pacchetti per avere prestazioni più performanti attraverso degli abbonamenti, migliorando l’esperienza e senza dovere intervenire sull’hardware. Non solo un modo per fare durare più a lungo i modelli, ma anche per dare al cliente la sensazione di avere un’auto sempre nuova, cambiando completamente il paradigma del comparto.”
Cos’è la nuova tecnologia Software Defined Vehicle
Per Software Defined Vehicle si intende un tipo di automobile su cui il software definisce la stragrande maggioranza delle sue funzioni. Per “software” intendiamo un sistema operativo sul quale attivare o meno funzioni attraverso app, che renderebbe obsoleto tutto il sistema di microprocessori ad oggi in uso nell’hardware automobilistico: un’unica unità centrale, un minor spreco di risorse.
Per certi versi come tecnologia è davvero avveniristica, se si conta che i primi esempi sono stati presentati solo recentemente. Si veda la show car BMW i Vision Dee, presentata al Ces di Las Vegas. Anche se verrà lanciata nel 2025, la show car della casa tedesca presenta già tutte le caratteristiche proprie di una Software Defined Vehicle: un’intelligenza artificiale che permette di cambiare colore a piacimento, e una pellicola di inchiostro elettronico composta da 240 pannelli; un intero parabrezza che diventa uno schermo, estremizzando il concetto dell’hud-up display (Hud). E un sistema di infotainment, il System 9, che avrà come assistente vocale Amazon Alexa e sarà basato sulla versione open Source di Android.
E questa è quella della BMW. Già diverse compagnie automobilistiche, come Volvo e Renault, sono al lavoro per le prossime auto digitali. Questa tecnologia ha, insomma, riattivato un mercato che sembrava a rischio, come sta accadendo col colosso Volkswagen in merito all’automotive elettrico. Al punto che, stando al report di Markets and Markets, il mercato dei veicoli definiti dal software crescerà anche grazie “al continuo sviluppo dei veicoli connessi e all’introduzione di progetti di connettività cellulare 5G. Inoltre, si prevede che l’emergere di piattaforme di ride-hailing e di mobilità come servizio creerà opportunità redditizie per il mercato.”
Quali sono le aziende coinvolte in Europa e in Italia
Come segnala lo stesso report, in passato la collaborazione tra le diverse industry era limitata a causa della concorrenza tra i marchi. C’era insomma preferenza a sviluppare soluzioni individuali per guadagnare terreno rispetto ai competitor. Ora invece tutto dipende dagli accordi che si creano, per questo partnership e cross-industry diventano essenziali. Lo stesso Collino precisa come in futuro il salto di qualità bisognerà affidarsi “alla capacità computazionale, al software di base, alla capacità di aggiornamento e connessione da remoto a un ecosistema di partnership.”.
Infatti non poche aziende sono coinvolte in questa rivoluzione di settore. La stessa Markets and Markets nel suo comunicato segnala più di una decina di aziende, tra case automobilistiche e multinazionali ormai legate a doppio filo con la SDV: si va dalla Robert Bosch GmbH alla APTIV, con annesse Marelli Holdings Co., Ltd., Volkswagen e Tesla. Recente è anche l’interesse del Gruppo Renault ad entrare nel settore delle Software Defined Vehicle, appunto con una partnership, quella con Valeo. Quest’ultima fornirà componenti elettrici ed elettronici fondamentali dell’SDV, in particolare, l’High-Performance Computer, una centralina ad alte prestazioni. Come precisa il comunicato stampa, la partnership Renault-Valeo “contribuirà a ridurre i tempi di sviluppo e i costi dell’architettura elettrica ed elettronica, puntando al tempo stesso su alte prestazioni, compatibilità e sicurezza.“.
Altro caso è la Stellantis, che già il 7 dicembre 2021 aveva annunciato la sua strategia sui Software Defined Vehicles cioè una “strategia software per l’uso di piattaforme tecnologiche di nuova generazione, […] generando approssimativamente 20 miliardi di euro di ricavi incrementali entro il 2030“, come riporta un comunicato della Unipol. Ovviamente non sarà una passeggiata, la stessa BCG avvisa che per sbloccare la crescita dei SDV, le diverse industry dovranno collaborare in modo da guadagnare volumi di mercato. E così allineare i diversi settori attraverso lo sviluppo di piattaforme interoperabili, che guideranno la redditività del comparto.