Economia

Auto elettrica, tutti i contro della “svolta” green forzata

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La rivoluzione dell’auto elettrica fatica a prendere piega, come dimostra anche il rinvio del voto Ue sul tema. E più si valutano tutti i fattori in ballo, più emerge come ci si potrebbe trovare di fronte a una “svolta” green forzata, che pochi pro e molti contro. Non a caso sono sempre più i personaggi famosi che si sono esposti al riguardo. Vediamo tutto nell’analisi.

I mali dell’auto elettrica

L’Europa, dopo aver lanciato la proposta di mettere al bando auto a benzina e diesel dal 2035, ha scoperchiato di fatto il vaso di Pandora. Le auto elettriche sono davvero una soluzione comoda e ottimale per tutti? Forse no. Anzitutto c’è il problema dell’autonomia limitata. Le auto elettriche hanno un’autonomia inferiore alle auto a diesel e benzina, e anche rispetto a quelle ibride. Questo rende impossibile il loro utilizzo quando si vogliono fare lunghi viaggi, a causa della mancanza di colonnine di ricarica elettrica in autostrada.

Secondo fattore importante è il tempo di ricarica. Purtroppo i tempi di ricarica delle macchine green sono ancora spesso lontani e quasi incompatibili con i ritmi frenetici della vita contemporanea. Terzo elemento negativo è la sicurezza della batteria. Ad oggi le batterie delle auto green hanno maggiori possibilità di prendere fuoco e dare luogo ad un incendio. Sebbene possa sembrare un’ipotesi remota, è opportuno tenerlo presente in caso di incidenti stradali. Quarta nota di demerito è la produzione e lo smaltimento delle batterie: sebbene le auto elettriche inquinino meno, è opportuno ricordare che il processo di produzione e smaltimento delle batterie auto – se non svolto nelle modalità più adeguate – potrebbe risultare un’operazione estremamente antiecologica.

Le critiche dei vip all’auto elettrica

Per tutti questi motivi, sono tanti i vip a essersi pronunciati contro alla svolta green delle auto. La punzecchiatura ironica di Maurizio Crozza è arrivata in uno dei suoi celebri monologhi televisivi:

“La sera si arriva a casa, si mette in carica l’auto a una colonnina, si va a dormire. Poi, dopo un paio d’ore, bisogna svegliarsi per staccare l’auto ormai carica perché qualcuno vorrà ricaricare al posto tuo. E così comincia il giro per trovare un parcheggio libero senza colonnina, ma se si fa troppa strada l’auto si scarica e così si ricomincia”.

Anche il comico Leonardo Pieraccioni ha puntato il dito, ironicamente, sul problema dei tempi di ricarica:

“Ho avuto l’occasione di provare una macchina elettrica ed è fantastica sotto tutti i punti di vista, fuorché uno: la durata della batteria. Metti che una sera rientri a casa, tuo cugino ti chiama dicendo ‘tua zia di Montecatini sta male, corri’. E tu devi rispondere ‘mi dispiace ma non posso venire, ho il 23% di batteria, vengo domani che ho il 100%’. ‘Ma lei sta male ora’, risponde mio cugino, ‘ma come faccio a venire se ho il 23%? Verrò ai funerali con il 100%’, sono costretto a ribattere io. Questa può essere l’unica fregatura dell’auto elettrica”.

La bocciatura di Prodi

Ma forse, la più autorevole presa di posizione è quella dell’ex premier Romano Prodi, che in un recente articolo apparso su “il Messaggero”, ha elencato una lunga serie di severe critiche alla proposta Ue. Per l’ex presidente della Ue quella degli eurodeputati, è una strada che di fatto avvantaggia i concorrenti Usa e Cina, che non è coerentemente green, come sostiene, perché presenta tutta una serie di inconvenienti per quantità e qualità delle materie prime, difficoltà di smaltimento delle batterie e ritardi nell’approntamento dell’infrastruttura di servizio. Una bocciatura piena.

Insomma, per tutte queste ragioni, il passaggio completo alle auto elettriche appare al momento a dir poco azzardato. Perché su un tema decisivo per lo sviluppo economico e la vita quotidiana di tutti come la mobilità, non si possono adottare prese di posizione ideologiche. Bisogna valutare concretamente cosa è meglio per la collettività, con buona pace delle forzature green.