Auto elettriche, Azimut investe 50 milioni di euro sulle infrastrutture di ricarica FastWay
Azimut scommette sul settore delle infrastruttura di ricarica pubblica per auto elettriche. Lo dimostra il recente investimento da 50 milioni di euro effettuato dal Fondo Infrastrutture per la Crescita–ESG (IPC) istituito e gestito da Azimut Libera Impresa sgr, in FastWay spa, una startup che punta a diventare il primo operatore indipendente nella realizzazione e gestione di infrastrutture di ricarica ad alta potenza per veicoli elettrici. Andrea Cornetti, amministratore delegato real estate e infrastrutture di Azimut Libera Impresa sgr, ha commentato:
“Abbiamo deciso di sostenere e investire nel progetto di Fastway perché andrà ad operare in un settore in crescita esponenziale come quello della mobilità elettrica e delle emissioni zero che è un trend importante ed irreversibile. Un investimento in linea con la mission del nostro Fondo IPC che persegue parallelamente il duplice obiettivo di costruire un futuro più sostenibile e di generare rendimenti finanziari in linea con le aspettative dei suoi investitori”.
I co-fondatori di FastWay, Paolo Esposto e Carlo Mereu, hanno aggiunto:
“Siamo agli inizi dello sviluppo della ricarica in alta potenza in Italia: con FastWay vogliamo rivoluzionare il settore della mobilità elettrica garantendo ai nostri clienti la migliore esperienza di ricarica possibile, attraverso un’infrastruttura di ricarica veloce, diffusa dove richiesta realmente dagli utenti e di facile utilizzo. Con questa operazione, grazie all’apporto del Fondo Infrastrutture per la Crescita–Esg (IPC), saremo in grado di elettrificare il Paese, concretizzando i nostri ambiziosi piani in tempi molto brevi. E per farlo abbiamo in programma un importante piano di investimenti.”
Il piano industriale di FastWay
FastWay – si legge in una nota – utilizzerà le migliori infrastrutture di ricarica (di potenza compresa tra 50 e 400 kW) per fornire agli automobilisti elettrici l’esperienza di ricarica più veloce e più semplice possibile, anche mediante l’utilizzo di sistemi di ricarica Plug & Charge, sempre erogando energia da fonti rinnovabili.
Il piano industriale prevede l’installazione di 15.000 punti di ricarica, principalmente Fast (fino a 150 kW) ed Ultrafast (fino a 400 kW), su tutto il territorio nazionale nell’arco di 10 anni, per diventare il principale operatore indipendente nel segmento della ricarica rapida. Le stazioni di ricarica verranno realizzate sia su suolo pubblico, grazie alla collaborazione con i Comuni, sia su suolo privato ad accesso pubblico in prossimità di punti di interesse e di attrazione, generando benefici per i cittadini, per i clienti delle strutture ospitanti e per l’ambiente. FastWay contribuirà, infatti, agli obiettivi di decarbonizzazione, consentendo un risparmio di oltre 5 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica nell’arco del prossimo decennio.
Il Fondo IPC
Il Fondo IPC ha raccolto finora sottoscrizioni per più di 450 milioni di euro da parte di 16 investitori istituzionali, quali fondi pensione, casse previdenziali, assicurazioni e fondazioni. Dal primo closing, avvenuto a gennaio 2021, il fondo ha deliberato operazioni per un valore complessivo di circa 700 milioni di euro, di cui 19 già finalizzate per un valore di 550 milioni circa, in infrastrutture che riguardano settori diversi tra cui istruzione e formazione accademica (Torino e Roma), centri diagnostici, laboratori di analisi e strutture riabilitative (Cesena, Cagliari e Catania), data center (Milano e Roma), hub di innovazione (Calabria), digitalizzazione del Paese (centro nord Italia) ed economia circolare, con due impianti di biometano e progetti di vertical farm (nord e sud Italia).
Chi è Azimut
Azimut è uno dei principali gruppi indipendenti in Europa operante (dal 1989) nel settore del risparmio gestito. La capogruppo Azimut Holding spa è quotata alla Borsa di Milano dal 7 luglio 2004 ed è membro, fra gli altri, dell’indice FTSE MIB. L’azionariato vede oltre 1.900 fra gestori, consulenti finanziari e dipendenti uniti in un patto di sindacato che controlla circa il 22% della società. Il rimanente è flottante.