Il Governo Meloni corteggia il produttore cinese di auto elettriche BYD. L’obiettivo è quello di attrarre il costruttore in Italia, dopo che Stellantis ha segnalato la possibilità di spostare parte della produzione in Paesi a basso costo.
La conferma è arrivata al Salone di Ginevra da Michael Shu, direttore generale della filiale europea dell’azienda cinese:
“Siamo in contatto per discutere”, ha detto il manager a Bloomberg in merito alla possibilità di realizzare una fabbrica tricolore, spiegando allo stesso tempo che la necessità di un secondo stabilimento europeo “dipende dalle nostre vendite – ora stiamo facendo ottimi progressi”.
“Abbiamo contatti con diverse case automobilistiche” ha spiegato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a margine della visita allo stabilimento ex Ilva di Taranto, rispondendo a una domanda su un possibile contatto con la cinese Byd.”Abbiamo lavorato sin dall’inizio della legislatura – ha proseguito – per migliorare l’attrattività del Paese. Questo vale anche per il settore dell’automotive. Siamo l’unico Paese europeo che produce auto ad avere un unico produttore”.
BYD, che nel 2022 ha superato Tesla come maggior produttore di veicoli elettrici al mondo, a dicembre ha confermato l’intenzione di costruire una fabbrica in Ungheria con una capacità di 200 mila veicoli l’anno per contribuire a incrementare le vendite nella regione. “È troppo presto per dire quando e se verrà presa una decisione su un secondo stabilimento” ha detto Shu.
Le auto elettriche in Europa
Secondo gli ultimi dati Acea, le auto elettriche hanno chiuso il 2023 al terzo posto per quota di mercato (al 14,6%) nell’Unione europea, superando i veicoli diesel, il cui market share resta al 13,6%. Le vendite tuttavia sono trainate da incentivi molto significativi nei principali mercati. Le auto a benzina hanno mantenuto il primato con il 35,3%, mentre le auto ibride hanno conquistato il secondo posto, con una quota di mercato del 25,8%.
In vetta alla classifica per la quota di auto elettriche vi è la Norvegia con ben l’82,4% delle auto immatricolate nel 2023 costituito da auto elettriche. All’estremo opposto della graduatoria vi sono diversi paesi in cui la quota non va oltre il 5%. Bulgaria, Grecia, Polonia, Italia Repubblica Ceca, Croazia e Slovacchia. Come balza all’occhio, si tratta di paesi il cui reddito pro capite è decisamente più basso di quello medio europeo e, di conseguenza, in questi paesi l’accesso all’auto elettrica ai prezzi attuali resta molto difficile anche con incentivi generosi.
In Italia l’elettrico non decolla
E In Italia? Nel nostro Paese, le vendite di auto elettriche non decollano e la loro quota di mercato è ferma al 4,2% (Centro Studi Promotor). L’attenzione resta puntata sul decreto della presidenza del consiglio dei ministri Dpcm con lo schema dei nuovi incentivi che dovrebbero dare impulso proprio alle vendite delle elettriche.
“I tempi appaiono però ancora lunghi e l’attesa sta generando una paralisi del mercato” ha affermato qualche giorno fa il direttore generale dell’Unrae Andrea Cardinali.
Il primo round ha confermato l’appeal ridotto delle auto elettriche. Colpa anche, come ha sottolineato un report recente di Deloitte, del carovita pesa sulle scelte dei consumatori italiani e frena l’acquisto di auto elettriche e le altre opzioni green.
“A fronte degli elevati prezzi dei veicoli elettrici, i persistenti limiti infrastrutturali, l’interesse dei consumatori per i veicoli elettrici in molti mercati, tra cui l’Italia, continua ad essere limitato ed è addirittura sceso rispetto allo scorso anno” ha commentato Franco Orsogna, automotive sector leader di Deloitte. “Nonostante i tagli ai prezzi da parte di alcuni produttori e gli incentivi governativi volti a rendere i veicoli elettrici più accessibili, la corsa verso l’elettrificazione del settore automotive segna il passo”.