Roma – Il prezzo delle auto elettriche non sarà in grado di competere con quello dei veicoli tradizionali almeno fino al 2030. È il secco resoconto di uno studio britannico commissionato dalla Low Carbon Vehicle Partnership (Lcvp), secondo cui i costi legati all’acquisto e alla manutenzione di un’auto a propulsione elettrica sono ben più elevati rispetto a quelli per un’auto diesel o a benzina.
Una situazione che non cambierebbe neppure se, nei prossimi tempi, i prezzi dei carburanti dovessero raddoppiare rispetto ai livelli attuali, arrivando a sfiorare i 4 euro al litro. Un problema che disorienta il governo di Londra, il cui obiettivo è mettere sulle strade del Regno Unito almeno 11 milioni di veicoli elettrici entro i prossimi vent’anni. Che fare dunque, se ci si vuole muovere riducendo la propria impronta ecologica? Dalla Germania la risposta è chiara: c’è da scommettere sui treni.
La compagnia ferroviaria nazionale Deutsche Bahn, infatti, promette che nei prossimi 3 anni muoverà le sue macchine utilizzando il 28% di energia pulita rispetto all’attuale 19,8%. Per arrivare nel 2050 ad un approvvigionamento da sole energie rinnovabili.
Un’auto elettrica è considerata ancora un prodotto di nicchia, se non addirittura un “lusso” per pochi. Ci sono ancora grossi limiti da superare nella tecnologia delle batterie e, soprattutto, differenze di prezzo all’acquisto che, seppur compensate sul lungo termine dai minori consumi, portano un’auto elettrica oggi a costare in media quasi il doppio di una sua concorrente diesel. Persino nei Paesi in cui, come la Cina, i sussidi governativi cercano di incentivarne l’acquisto, le vetture green non riescono ad avere successo.
Secondo Greg Archer, dirigente della Lcvp, c’è una possibilità molto remota che i veicoli elettrici possano essere veramente competitivi entro il prossimo decennio, mentre solo un sostanzioso calo dei prezzi delle batterie, nei prossimi 15-20 anni, potrebbe fare spiccare il volo delle auto “verdi” sui mercati internazionali.
Inoltre, secondo Archer, nonostante le auto ibride ed elettriche producano meno emissioni di gas serra di quelle tradizionali, ciò che può fare veramente la differenza è il miglioramento dell’efficienza e la riduzione dei consumi dei mezzi attualmente circolanti. O la modifica delle fonti da cui proviene l’energia da questi utilizzata.
È ciò su cui sta lavorando Deutsche Bahn (DB), la compagnia ferroviaria nazionale tedesca, che nei prossimi tre anni aumenterà fino al 28% la quantità di elettricità per i suoi consumi proveniente da fonti di energia pulita. Una tappa intermedia, però, che la porterà entro la metà del secolo ad un ambizioso 100%. Una mossa che mira a soddisfare la maggioranza dei suoi clienti, visto che l’opinione pubblica tedesca è sempre più contraria all’energia nucleare (su cui la stessa DB ha fatto grande affidamento fino a pochi mesi fa).
In realtà nella Repubblica Federale ci sono già delle tratte di ferrovia che sono completamente alimentate con energia rinnovabile, come ad esempio la linea locale di Amburgo. Ma è l’anno 2014 il termine entro il quale si prevede che anche un terzo dei treni a lunga distanza sarà mosso solamente da energia verde. Una decisione dal forte valore simbolico e dagli importanti risvolti ambientali. DB è infatti uno dei maggiori utilizzatori di elettricità in Germania, con consumi annuali superiori a quelli di una città come Berlino.
Ma come sarà possibile tutto ciò? Grazie a una serie di partnership che DB sta già avviando con dei fornitori di energia eolica e idroelettrica. Un esempio su tutti è quello di Rwe, compagnia elettrica con sede ad Essen con cui DB lo scorso agosto ha firmato un contratto da 1.3 miliardi di euro per la fornitura, nei prossimi 15 anni, di ben 900 milioni di chilowattora all’anno, tutti prodotti da fonti idroelettriche. Ma anche con energia “auto-prodotta”, visto che si stanno installando impianti fotovoltaici sui tetti di quasi seimila stazioni ferroviarie tedesche.
Per Hans-Juergen Witschke, direttore esecutivo di DB Energie, “la protezione dell’ambiente è diventata un aspetto importante nel mercato, soprattutto nel settore dei trasporti”. “Anche se le rinnovabili costeranno un po’ di più – spiega il dirigente – i costi potranno essere contenuti con un mix intelligente e compiendo il cambiamento in un orizzonte temporale ragionevole”. E aggiunge: “Siamo convinti che tagliare le emissioni di CO2 sarà un vantaggio per la nostra competitività”.
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