Quanto impatta sulle finanze di una famiglia l’acquisto di un’auto nuova? La decisione di cambiare macchina, mai come oggi, costituisce una scelta ragionata e che è, necessariamente condizionata dalle possibilità economiche dell’acquirente. Anche perché, rispetto solo a vent’anni fa, l’acquisto di un’auto nuovo impatta molto di più sul reddito di una famiglia.
A fare un’analisi dettagliata dei costi che devono affrontare i consumatori, nel momento in cui hanno intenzione di effettuare questa spesa ci ha pensato il Centro Studi AutoScout24, che ha preso in considerazione la media dei prezzi a listino delle dieci auto più vendute in Italia e ha valutato quale impatto avessero sul reddito di una famiglia media. Ma scopriamo cosa ne è emerso.
Auto sempre più care, aumento del 99% in 20 anni
Quanto incide l’acquisto di un’auto sul reddito di una famiglia. A rispondere a questa domanda ci ha pensato il Centro Studi di AutoScout24, che prendendo come riferimento le dieci auto più vendute – escludendo quelle elettriche – ha messo in evidenza che nel 2003 erano sufficienti 4,7 redditi familiari medi mensili per concludere l’acquisto. Nel 2023 ne sono necessari 7,7, ossia tre in più.
Il prezzo medio delle dieci auto più vendute, nell’arco di questi vent’anni, è passato da 10.590 euro a 21.040 euro: stiamo parlando del 99% in più. I redditi familiari netti sono aumentati, però, in una misura nettamente inferiore, passando da una media mensile di 2.243 euro a 2.734 euro: dal 2003 al 2020 sono cresciuti del 21,9%. Chi invece ha intenzione di acquistare un’auto elettrica, deve accantonare almeno 12,8 mensilità: la spesa si attesta intorno ai 35.130.
Il costo di un’auto nuova è quasi raddoppiato negli ultimi vent’anni – spiega Sergio Lanfranchi del Centro Studi di AutoScout24 -. Una situazione verificatasi sicuramente per via di molti fattori, fra cui i nuovi investimenti in Ricerca & Sviluppo e l’incessante integrazione di nuove tecnologie sui veicoli in vendita, che sono andate a migliorare e ottimizzare anche le auto di livello base, fornendo quindi al consumatore una scelta sempre più premium anche nei livelli più accessibili. Un altro cambiamento importante è stato apportato nel campo della sicurezza, per cui le auto di oggi hanno molte più funzioni dedicate alla salvaguardia dei passeggeri, e molte di queste sono diventate oggi una dotazione irrinunciabile.
In Italia le vendite sono ai minimi storici
Il 2022 non è stato un buon anno per il mercato delle auto in Italia. Sono molteplici le motivazioni che hanno portato ad un pesante rallentamento delle vendite, ma sicuramente una delle ragioni che pesano di più è che i consumatori fanno sempre più fatica ad acquistare una macchina.
Ma andiamo a vedere i numeri. Secondo i dati di Unrae, il 2022 ha chiuso con 1,3 milioni di auto vendute: è il minimo storico degli ultimi 44 anni. Per il 2023, purtroppo, le prospettive non sono migliori: è previsto un rialzo delle vendite che, comunque, dovrebbe attestarsi a 1,4 milioni. Siamo sempre vicini al minimo.
L’unica nota positiva, invece, arriva dal noleggio a lungo termine. Nel corso del 2022 questo canale di vendita è risultato essere particolarmente dinamico. Ed è stato, tra l’altro, l’unico a registrare un andamento positivo: +14,6%. Per quanto riguarda le nuove auto immatricolare siamo davanti ad un calo: -23,2%. Stesso discorso per il noleggio a breve termine: -17,1%.
Un parco auto troppo vecchio
In Italia la mobilità è costituita, principalmente, da veicoli troppo vecchi. Cosa comporta tutto questo: che sono molto inquinanti ed insicuri. L’Ispra ha elaborato un rapporto che mette in evidenza che in Italia le auto hanno un’età media di 12 anni e 2 mesi. L’età della rottamazione, invece, sale a 17 anni e 5 mesi. Le vetture ante euro 5 rappresentano qualcosa come il 53% del parco circolante: stiamo parlando di 21 milioni di auto con un’età superiore a 14 anni.
Non vanno bene nemmeno gli autobus, che hanno un’età media di 12 anni, e i veicoli industriali che sono destinati alla logistica e all’home delivery, che mediamente hanno 13 anni e oltre.
Sicuramente gli incentivi ed i limiti alle emissioni, in qualche modo, stanno favorendo una maggiore diffusione delle auto elettriche ed ibride. L’Italia, in questo momento, però risulta essere ancora molto lontana dagli obiettivi fissati dall’Unione europea della riduzione della CO2. La necessità di rinnovare il parco auto circolante è un’emergenza che ci stiamo portando avanti da molti anni. Ma che fino ad oggi non è stata risolta.