Economia

Auto, rinviato ancora lo stop alla vendita di benzina e diesel in Ue

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Lo stop alla vendita di auto nuove a benzina e diesel dal 2035 ancora non c’è in via ufficiale e non si sa quando ci sarà. Come rende noto la presidenza svedese, gli ambasciatori degli stati presso l’Unione europea hanno deciso di rinviare l’adozione del regolamento sulle emissioni di anidride carbonica per auto e furgoni nuovi dal 7 marzo a un prossimo Consiglio, senza però indicarne la data.

Stop auto benzina e diesel: cosa sta succedendo

 Il Parlamento europeo aveva già ha approvato i nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica per le autovetture e i veicoli commerciali leggeri nuovi, parte del pacchetto “Fit for 55“. La normativa stabilisce il percorso verso l’azzeramento delle emissioni di anidride carbonica per le nuove autovetture e i veicoli commerciali leggeri nel 2035. Gli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030 sono fissati al 55% per le automobili e al 50% per i furgoni. La normativa introduce un’esenzione per i piccoli costruttori. E garantisce anche una deroga del 10% per i veicoli pesanti che circolano in condizioni atmosferiche difficili. Potranno ancora utilizzare i motori termici. Il bando delle auto con motori a combustione al 2035 non piace a Polonia, Ungheria, e anche all’Italia che inizialmente ha votato a favore e ora è  tra i Paesi contrari. Il ministro Urso ha twittato “Non molliamo”.  Il ministro di Imprese e Made in Italy a margine del Consiglio competitività a Bruxelles ha dichiarato:

“Non vediamo perché debba essere considerato soltanto l’elettrico: non è una religione è una tecnologia come le altre. E se altre tecnologie, per esempio pensiamo ai biocombustibili, possono permetterci di raggiungere lo stesso obiettivo non si vede perché non dobbiamo utilizzarle. Noi siamo un governo pragmatico, che guarda innanzitutto gli interessi nazionali e la sostenibilità dei nostri sistemi sociali, che è conseguenza della sostenibilità dei nostri sistemi produttivi. E vorremmo che altrettanta consapevolezza ci fosse nelle istituzioni europee. L’Europa del futuro non può essere un museo a cielo aperto ma deve essere anche una società industrialmente competitiva, per sostenere il benessere dei popoli europei. […] Attendiamo ovviamente la riflessione di altri paesi nella piena consapevolezza che per quanto ci riguarda il nostro è innanzitutto un segnale di allarme, una sveglia a tutte l’Europa a non dare nulla per scontato. E a capire che l’Italia c’è, è presente alle istituzioni Ue, come siamo stati oggi, in maniera qualificate e autorevole, perché riteniamo che le nostre posizioni, che questa battaglia non sia la battaglia del governo di Giorgia Meloni ma la battaglia del paese, dell’Italia e io credo anche dell’Europa”.

Anche la Germania pone il veto e il  Volker Wisssing, ministro dei trasporti tedesco, ha parlato di passo indietro se la Commissione europea non decida di fare un regolamento sugli e-fuels. Secondo Volker Wisssing, l’uso dei carburanti sintetici per le automobili dovrebbe essere possibile.