Gli investitori potrebbero perdere tutto sulle Ico delle criptovalute. A dirlo è l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma), che sottolinea la mancanza di protezione offerta dagli investimenti regolamentati dell’acquisto di offerte di moneta iniziali. Le Ico hanno analogie con le offerte pubbliche iniziali per uno stock, ma mentre in una Ipo l’investitore ha solitamente una partecipazione nella società, le Ico differiscono in termini di diritti acquisiti.
Il presidente dell’Autorità Steven Maijoor ha avvertito sull’assenza di regolamentazione dello spazio in cui avvengono gli acquisti di moneta, che rende più rischiosa la posizione degli investitori. Diversi Paesi hanno vietato nuove offerte di moneta. Fra questi la Cina, che nel settembre 2017 ha vietato le offerte di nuove valute, che hanno messo a segno una vera e propria esplosione nel corso del 2017. Una mossa che anticipava il divieto del trading dalle piattaforme di scambio e la limitazione dell’attività delle miniere di criptovalute, in seguito introdotte.
Proprio mercoledì 16 gennaio, il vice Governatore della banca centrale cinese, Pan Gongsheng, ha sostenuto che le autorità dovrebbero vietare il trading centralizzato delle criptovalute. Più di recente, anche il ministro della Giustizia della Corea del Sud ha affermato di stare considerando una proposta di legge per vietare il trading di valute digitali, portando il valore del Bitcoin a crollare. Tutto ciò avviene mentre anche Telegram si prepara a creare la propria criptovaluta in una Ico che non ha eguali: almeno 1,2 miliardi di dollari, una parte per investitori istituzionali e una destinata ai privati.
“La criptovaluta ha sviluppi diversi in tutto il mondo”, ha detto Stevan Maijoor, “il nostro ruolo di regolatori è quello di scambiare informazioni per aiutare a prepararsi ai prossimi sviluppi”.