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AXA IM: “Recessione ora è scenario remoto, ma occhio all’inflazione”

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I primi due mesi di quest’anno ricordano agli investitori una preziosa lezione: è pericoloso affidarsi alle attese dei mercati che, per natura, sono irrazionali. Gli investitori già immaginavano tagli dei tassi e pivot delle banche centrali, guidando i listini in un rally inaspettato sia sulle azioni che sulle obbligazioni, ma queste aspettative sono irrealistiche. È vero che lo scenario macroeconomico ha sorpreso in positivo e una recessione è molto meno probabile, ma invitiamo comunque alla prudenza, soprattutto in merito all’inflazione”.

L’ha detto ieri al webinar “Recessione SI/NO?”  Alessandro Tentori, responsabile investimenti di AXA IM Italia (nella foto), riferendosi in particolare al processo di revisione in atto sulle previsioni di scenario macroeconomico. Lo scorso anno si chiudeva con outlook cupi, su cui soffiavano venti di recessione sia negli Stati Uniti che in Eurozona. L’unico Paese che contribuiva significativamente alla crescita del Pil mondiale era la Cina.
Negli ultimi due mesi le attese sono state stravolte. Ad esempio, la Cina è passata da un tasso di crescita del 3% nel 2022 a una previsione di crescita vicina al 6% (per alcuni anche oltre) per l’anno in corso dopo l’eliminazione delle restrizioni sanitarie.
La crescita ha sorpreso in positivo anche negli Stati Uniti e in Europa, la cui economia per gli analisti avrebbe accusato il colpo definitivo della guerra in Ucraina. In particolare, la crescita in Eurozona era prevista dal consenso degli economisti leggermente negativa e la recessione considerata inevitabile, mentre ora i grandi istituti come Ocse e Fmi, ma anche le singole case di investimento, stimano che il Vecchio Continente crescerà a un ritmo di almeno +0,4% nel 2023.
Negli Stati Uniti le previsioni per la crescita del 2023, dopo un forte rallentamento durante la seconda metà dello scorso anno, hanno iniziato gradualmente a migliorare sulla scia di dati macro sorprendentemente forti, sia lato mercato del lavoro, sia lato consumi e fiducia di imprese e famiglie.

L’inflazione rimane il tasto dolente per i mercati

Dal canto suo invece l’inflazione stenta a scendere con la velocità attesa dal mercato nonostante il massiccio intervento delle principali banche centrali. Tentori ha detto in proposito:

L’eccessivo ottimismo di gennaio respirato nelle piazze finanziarie è stato smentito a febbraio dagli atteggiamenti severi delle banche centrali e il mercato ha capito che la partita contro l’inflazione non è ancora vinta, ritracciando e vanificando i risultati ottenuti a inizio anno. A nostro avviso questa inflazione ha delle componenti di viscosità che ne impediscono la radicale discesa e che rendono arduo il compito di raffreddarla per le banche centrali. Portare l’inflazione dal 10% al 6% è paradossalmente più facile che poi farla scendere dal 6% al 4%, a causa proprio di queste componenti persistenti, come per esempio la demografia in Cina, la fragilità delle catene di approvvigionamento e le incertezze della transizione verde”.

Lo scenario di recessione è remoto

Questo processo di revisione in atto porta gli analisti di AXA IM a tenere conto di due fattori per formulare l’asset allocation per i prossimi mesi:

  • lato macroeconomico, lo scenario di recessione è più remoto o, comunque, rimandato al secondo semestre;
  • l’inflazione invece permane, ma è croce e delizia: un problema con il quale i mercati devono convivere ma un riflesso di economie e mercato del lavoro che corrono di nuovo a ritmi sostenuti.

Di conseguenza sui mercati rimane il mantra “good news for the economy are bad news for the market”, nel senso che un’economia che non va in recessione permetterebbe alle banche centrali di concentrarsi sulla gestione del rischio di inflazione, senza dover fare i conti con i costi collaterali di una politica monetaria restrittiva, ad esempio un aumento della disoccupazione. Il responsabile investimenti di AXA Im ha chiarito:

Non siamo negativi sulla crescita, sull’inflazione manteniamo dei timori e riteniamo che sui mercati pagherà un approccio di scelte attive ma prudenti, soprattutto nel primo semestre dell’anno, perché la partita delle banche centrali contro l’inflazione non è ancora finita. Il mercato azionario ha sofferto meno di quanto paventato dopo lo scoppio della guerra in Ucraina perché i fondamentali alla base sono solidi. Di conseguenza, la nostra asset allocation tiene conto del migliorato scenario macroeconomico e dei rischi di un’inflazione più alta dei target per un periodo di tempo più lungo di quello previsto al momento”.

L’asset allocation proposta da AXA IM per i prossimi mesi

Alla luce di questo contesto, Tentori ha riassunto così l’asset allocation proposta da AXA IM per quest’anno:

  • orientamento alla prudenza per quanto riguarda il rischio di tasso, che porta a limitare l’esposizione e la sensibilità ai tassi di interesse riducendo la scadenza degli investimenti obbligazionari e limitandola a obbligazioni con scadenza massima a 3/4 anni;
  • un orientamento più risk on sul mercato del credito, quindi sulle obbligazioni corporate, perché i bilanci delle aziende, sia americane che europee, hanno retto molto bene agli shock del 2022. Ad avvalorare questa view il fatto che il tasso di default sull’high yield americano è vicino ai minimi storici, al 2,6%, quasi 3 punti percentuali sotto la media storica;
  • un approccio bilanciato tra value e growth sui mercati azionari, che non predilige più come negli ultimi anni un’esposizione massiccia ai giganti tecnologici, più sensibili ai rialzi dei tassi, ma punta ai titoli ad alto dividendo;
  • un’attenta diversificazione regionale, perché i cambiamenti di percezione della politica monetaria hanno un effetto dirompente sulle valute, come accaduto in Giappone.