Indipendentemente dallo strumento giuridico utilizzato è necessario che l’imprenditore rediga un testamento che consenta di soddisfarele sue volontà ed evitare conflitti tra gli eredi
Nella gestione dei passaggi generazionali di aziende, gli strumenti messi a disposizione dal nostro ordinamento sono molteplici e possono essere usati anche in combinazione tra loro per il raggiungimento degli scopi prefissati. Tuttavia, è doveroso sottolineare come non esistano soluzioni preconfezionate e ogni strumento presenta sia punti di forza che punti di debolezza.
Così se, per esempio, il fondatore avesse, tra più figli, già individuato quello a suo parere più meritevole o più interessato alla gestione attiva dell’azienda si potrebbe fare ricorso a un patto di famiglia.
Tramite il patto di famiglia è possibile trasferire, in tutto o in parte, l’azienda o le partecipazioni societarie a uno o più discendenti in esenzione dall’imposta di donazione.
Il patto, tuttavia, è utilizzabile per lo più in contesti pacifici visto che richiede l’obbligatoria partecipazione del coniuge e di tutti coloro che sarebbero legittimari (figli e ascendenti) ove in quel momento si aprisse la successione dell’imprenditore.
Inoltre, la legge prevede che l’assegnatario dell’azienda liquidi agli altri legittimari una somma in denaro o in natura in compensazione della quota minima a essi spettante legalmente (c.d. “legittima”), soggetta anch’essa all’imposta di donazione seppure, come statuito da una recente sentenza della Cassazione, sulla base delle più favorevoli aliquote e franchigie relative al rapporto tra l’imprenditore disponente e l’assegnatario (4% oltre il milione di euro).
Holding e trust.
In contesti più conflittuali si potrebbe fare ricorso alla creazione di una holding in modo da scongiurare il rischio della parcellizzazione delle quote societarie al momento della successione e di creare un “tavolo dei soci” separato da quello delle società operative la cui continuità sarebbe garantita anche in caso di eventuale scontro tra soci che sarebbe confinato a un livello superiore.
Non meno importante è la scelta del tipo societario della holding che potrebbe essere costituita nella forma di una società semplice (s.s.) o di una S.r.l. La s.s. assicura una maggiore tutela del patrimonio per via dell’impignorabilità delle partecipazioni in essa detenute e una maggiore flessibilità di gestione a bassi costi. La S.r.l. vanta una maggiore efficienza nel flusso dei dividendi e la possibilità di conferire in essa le partecipazioni delle società operative utilizzando il più conveniente regime fiscale del realizzo controllato, negato invece alla s.s. da una interpretazione restrittiva dell’Agenzia delle Entrate. Nella prassi, inoltre, viene spesso utilizzato il trust divenuto più interessante anche a livello fiscale dopo la circolare emanata dall’Agenzia delle Entrate nel 2022 e dopo che la Cassazione nel 2023 ne ha ribadito l’estraneità ai patti successori.
L’imprenditore interessato, per esempio, potrebbe conferire nel trust la nuda proprietà delle partecipazioni detenute nelle società operative o nella holding nominando, anche per disposizione testamentaria, tutti o alcuni eredi come beneficiari dello stesso.
I beni conferiti nel trust non sono aggredibili né dai creditori particolari dell’imprenditore conferente, né da quelli del trustee, realizzando una protezione patrimoniale perfetta. Alla morte dell’imprenditore il consolidamento della piena proprietà in capo al trustee consentirebbe di evitare “vuoti di potere” temporanei. Il trust, inoltre, potrebbe essere arricchito con clausole volte a fornire al trustee indicazioni precise in caso di future azioni di riduzione che possano pregiudicarne il valore aziendale.
L’importanza del testamento.
In ultimo, si vuole evidenziare l’importanza di un testamento redatto con chiarezza che consenta di soddisfare le precise volontà del suo redattore e di evitare conflitti tra gli eredi come testimonia il recente “caso Caprotti”. La complessità e la delicatezza della materia suggeriscono di rivolgersi a professionisti specializzati.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di giugno del mensile Wall Street Italia. Per abbonarti clicca qui