Economia

Aziende quotate, under 40 fuori dai giri che contano: solo il 2% nei Cda di Piazza Affari

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Nei Consigli d’Amministrazione della maggior parte delle aziende italiane quotate in borsa, la percentuale di under 40 è bassissima, appena il 2%. Superata anche dagli over 80, che sono invece il 3%. Inoltre, solo 17 aziende su 100 hanno piani di successione strutturati. È quanto emerge dal Board index 2023 di Spencer Stuart, che ha analizzato quello che succede nelle prime 100 società italiane per capitalizzazione, di cui 38 quotate dell’indice Ftse Mib.

Anche se, in conformità con il Codice di Corporate Governance, i Consigli dovrebbero stabilire un piano di successione per il CEO e gli esecutivi da attuare in situazioni di emergenza, l’Osservatorio rileva che solo il 17% delle società ha implementato un percorso strutturato per tale eventualità. Un po’ più della metà, pari al 57%, dichiara di avere un “contingency plan” pronto per gestire situazioni di emergenza, mentre il restante 37% delle società non dispone di alcun piano in tal senso.

Età dei consiglieri in aumento, cosa possono fare le aziende

Nel gruppo dei consiglieri, si rileva una concentrazione di età intorno ai 60 anni. Tra il 2022 e il 2023, l’età media dei membri del consiglio è aumentata di quasi due punti percentuali, passando da 57,7 a 59,2 anni. Questo incremento è principalmente dovuto alle donne nel consiglio, le cui età medie sono di 57,4 anni, a differenza degli uomini che hanno in media 60,5 anni.

La fascia di età in cui si registra la maggiore concentrazione rappresenta il 42% ed è compresa tra i 51 e i 60 anni. Esiste una differenza significativa tra l’età dei presidenti dei consigli di amministrazione (64,6 anni in media) e quella degli amministratori delegati (57,9 anni in media).

Nel contesto dell’inclusione, specialmente quando si fa riferimento ai giovani, la situazione è preoccupante e correlata alla mancanza di piani di successione ben strutturati. In Italia, i Consiglieri al di sotto dei 40 anni, noti come “Next Gen Directors,” rappresentano solamente il 2% del totale, un numero inferiore persino rispetto ai Consiglieri oltre gli 80 anni, che costituiscono il 3% del totale.

Giovanna Gallì, partner e director di Spencer Stuart, nel rapporto pone l’accento proprio su questo tema, affermando che le aziende devono fare di più in questo:

Nella visione di Spencer Stuart, per il prossimo futuro, le aziende dovranno puntare sempre più non solo sull’inserimento delle nuove generazioni, ma anche su processi di onboarding e formazione strutturati e completi, che aiutino i giovani a dare il loro contributo al vertice delle organizzazioni

Quota giovani, pronto un disegno di legge

Di inserire una “quota giovani” all’interno dei CdA se ne parla già da tempo, così come è stato fatto con le quote rosa. Anche Euricse nel rapporto “La Cooperazione in Italia” aveva lanciato un allarme su questo tema; in questo rapporto, solo l’11% dei consiglieri e l’8,1% dei presidenti delle cooperative analizzate avevano meno di 35 anni. L’età media dei membri dei consigli di amministrazione delle cooperative italiane supera i 50 anni, con valori medi che variano tra i 49,6 anni nelle cooperative di produzione e lavoro e i 60,8 anni in quelle di consumo. Anche tra i presidenti delle cooperative si riscontra un’età media elevata, con una media di 51,4 anni per le cooperative di produzione e lavoro e 63,2 anni per le cooperative di consumo.

In estate era stato presentato un disegno di legge che riguardava proprio la “quota giovani” nei consigli d’amministrazione delle società partecipate dalla Provincia Autonoma di Trento per le persone sotto i 35 anni, come aveva affermato Eleonora Angelini, presidente del consiglio provinciale dei giovani di Trento e amministratore delegato della società di ingegneria Nova Agenzia, al Festival dell’economia di Trento di quest’anno.

Di destinare quote ai giovani si espresso positivamente anche Lorenzo Sassoli de Bianchi, fondatore ed attuale presidente di Valsoia, affermando:

II punto focale per dare un futuro all’Italia sono i giovani e la loro valorizzazione, anche per vincere la resistenza al cambiamento. Ecco il senso delle proposte Per legge 20% di under 40 nei consigli delle società quotate in Borsa. Oggi l’età media è intorno ai 6o anni. Se adesso abbiamo le donne nei board è grazie alla legge. Viviamo in un Paese lento, bloccato da interessi contrastanti e veti incrociati. Ora siamo obbligati a fare le riforme altrimenti rischiamo di non ricevere i soldi del Recovery plan»

Aumenta l’importanza del presidente all’interno delle aziende

Nel contesto delle dinamiche di leadership, è evidente un rinforzo del ruolo del presidente, il quale sta diventando sempre di più una figura di equilibrio insieme all’amministratore delegato. All’interno del campione preso in considerazione, si osserva che nel 46% dei casi, il presidente riveste un ruolo esecutivo, mentre nel 19% dei casi assume anche l’incarico di amministratore delegato. Questo rappresenta un incremento rispetto all’anno precedente, quando la percentuale era del 16%. Nel frattempo, il 20% dei presidenti è indipendente.